Da giorni nell’occhio del ciclone c’è lui, Maurizio Gasparri, 66 anni, noto esponente di Forza Italia da poco eletto Vicepresidente del Senato. Ma il motivo per cui si parla di lui non è quest’elezione, bensì un suo disegno di legge di per sé molto breve, eppure assai rilevante. È un testo che prevede una modifica dell’articolo 1 del Codice Civile, che oggi stabilisce «la capacità giuridica si acquista dal momento della nascita» e che «i diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita». La proposta del senatore forzista, invece, chiede che il riconoscimento della capacità giuridica avvenga già all’atto del concepimento. Per questo la sinistra è in allarme e Il Timone ha ritenuto di saperne di più dall’interessato.
Vicepresidente, si aspettava di sollevare un simile polverone? «Sinceramente no, perché quella proposta l’avevo già presentata nel 2009 e nel 2015 e nessuno si è adontato. Capisco che ora c’è un clima politico diverso, con una maggioranza di centrodestra, e questo faccia insorgere alcuni, ma non capisco i toni, perché esiste il diritto di fare proposte in Parlamento e di discuterle. E nel passato non le ho mai discusse, queste mie proposte che ho raccolto dall’esempio e dall’insegnamento di Carlo Casini del Movimento per la Vita, come ho già spiegato, e quindi la considero una sorta di testimonianza in ricordo delle sue iniziative sul tema. Poi, se la volessero discutere, mi accontenterei anche di un esito parziale».
Sarebbe a dire? «La piena applicazione della legge 194, anche nella parte su cui si offre alla donna un’alternativa, un percorso, un aiuto che potrebbe essere anche economico oltre che psicologico o affettivo, nel caso di difficoltà nel corso della gravidanza; e quindi per far sì che l’aborto possa essere un’eventualità, ma non debba essere una strada obbligata insomma, no?».
Certo. «Però non so neanche se questo tema sarà affrontato. Se sarà affrontato, sarà bene che ciascuno, come dire, parta dai propri principi. E poi, nel caso, il Parlamento può non decidere, può decidere e trovare delle forme di riflessione, appunto, sulla piena applicazione della legge 194 anche nelle parti ignorate e disattese».
Tornando alla sua legge, quale sarebbe il suo scopo di un testo che, in realtà, è piuttosto breve? «È chiaro che sarebbe una introduzione di un principio fortemente innovativo, per la legislazione; perché c’è una tutela della vita anche nella sua fase nascente, quindi la tutela dei diritti del concepito sposta in avanti la tutela della vita, e quindi bisogna indubbiamente una cosa, come posso dire, importante e coraggiosa – che però vuole anche introdurre un motivo di riflessione diverso, se si apre una discussione, affinché ci sia un confronto partendo dalle basi di partenza di ciascuno. Quello che non capisco di questi urlatori è che la proposta era già stata presentata, come dicevo, senza che però suscitasse urla e latrati di questa natura; dopodiché ho presentato il primo giorno di legislatura 17 proposte di legge su vari tempi – sulle forze di polizia, sullo sgombero degli edifici occupati e su altri temi – come faccio sempre ad inizio legislatura ripresentando ad inizio legislatura in automatico le proposte non approvate e non discusse in precedenza».
Cosa risponde a chi le dice di voler, in questo modo, sabotare o affossare la legge 194? «Questa è una proposta che, certamente, parte da presupposti diversi, rispetto alla 194, non c’è dubbio, questo è chiaro. Che poi, se si facesse la discussione, come le ho già detto, riterrei già importante – anche sulla base di questa mia sollecitazione – arrivare ad un compromesso che potrebbe essere l’applicazione della 194, anche nelle parti disattese».
Se discussa e in caso approvata, tale legge avrebbe ricadute anche sull’utero in affitto che pure, in Italia, è tutt’ora reato? «Su questo in realtà ho presentato un’altra proposta per un’iniziativa internazionale affinché si arrivi al divieto dell’utero in affitto in tutto il mondo. Mi rendo conto che è un traguardo un po’ utopistico, però urge battersi contro questa vergogna di donne che, per povertà e disagio, vendono sé stesse e il loro corpo».
In un’intervista ha dichiarato che il ddl depositato rispecchia il suo impegno affinché “si apra una discussione sul tema dell’aborto, della maternità, della vita”. Con la nuova maggioranza di governo questo sarà possibile? «Mi auguro che sia possibile, sulle base delle dichiarazioni che hanno fatto tutti i leader, a cominciare da Giorgia Meloni». (Foto: Imagoeconomica)
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