Cifre allarmanti sul tasso di natalità raggiungono anche la Francia che negli anni 2000 poteva vantare un tasso di fertilità vicino a 2 figli per donna – il suo tasso di fertilità è ora intorno a 1,8. L’anno 2023 sarà storicamente un anno basso per le nascite oltralpe. Nel primo trimestre, la Francia ha registrato il 7% di nascite in meno rispetto al 2020, prima della pandemia, il livello mensile più basso registrato dal 1994, anno in cui sono disponibili statistiche mensili affidabili. Il declino è generale, ma diffuso in modo non uniforme in tutto il Paese. Il calo più significativo è nella regione meridionale dell’Occitania, che ha registrato un calo dell’11%. Anche l’Île-de-France ne risulta colpita. I territori d’oltremare non sono colpiti dal crollo, lì infatti si registra ancora un aumento delle nascite, in particolare per via del caso dell’isola di Mayotte.
Ovviamente non sarebbe corretto leggere l’anno 2023 come l’anno del declino improvviso delle nascite. Le cifre registrate dall’Insee (Istituto nazionale della statistica e degli studi economici) sono semplicemente il risultato di una tendenza al ribasso iniziata molto tempo fa. L’anno 2022 aveva già segnato un minimo record, paragonabile alla situazione nell’immediato dopoguerra (1946). Il periodo del Covid rappresenta un caso eccezionale che ha visto prima un arresto delle nascite e poi un periodo di esplosione delle stesse nel 2o21. In generale, è dal 2015 che è iniziato un costante calo del tasso di fertilità.
Gli specialisti dell’Ined (Istituto nazionale di studi demografici), intervistati da France info, sostengono che questa possa essere solo una questione di alternare fasi che si alternano e compensano a vicenda. Ma sarebbe bene in questo contesto ricordare le parole di papa Francesco che nel 2017 così scriveva ai partecipanti alla Marche pour la Vie: «La Chiesa non deve mai cessare di essere l’avvocata della vita e non deve rinunciare ad annunciare che la vita umana va protetta senza condizioni, dal momento del concepimento fino alla morte naturale» incoraggiandoli a «operare instancabilmente per l’edificazione di una civiltà dell’amore e per una cultura della vita».
Considerando poi che la tendenza generale evidenzia i problemi posti dal sistema pensionistico francese pay-as-you-go, che fa affidamento sulla demografia dinamica per finanziarsi. Se nel 1990 la Francia contava quattro persone fra i 20 e i 64 anni per ogni Over 65, nel 2018 questo rapporto era già sceso da 4 a 2,9, con il risultato che una parte più esigua di attivi deve finanziare un numero crescente di pensionati. Ecco allora che avrebbe davvero senso far andare a braccetto una cultura di promozione della vita con la politica. (Fonte foto: Pexels)
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