Le azioni di Twitter sono aumentate di oltre il 5% lunedì dopo che il consiglio di amministrazione della società ha accettato all’unanimità l’offerta da 44 miliardi di dollari del CEO di Tesla, Elon Musk, di rendere privato il gigante dei social media.
Secondo i termini dell’accordo, gli azionisti di Twitter riceveranno $54,20 per ogni azione ordinaria che possiedono al termine della transazione. Il prezzo di acquisto rappresenta un premio del 38% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni di Twitter il 1° aprile, che è stato l’ultimo giorno di negoziazione prima che Musk rivelasse la sua partecipazione di circa il 9% in Twitter. La transazione dovrebbe concludersi nel 2022. Il presidente del consiglio di amministrazione indipendente di Twitter, Brett Taylor, ha affermato che la società «ha condotto un processo ponderato e completo per valutare la proposta di Elon concentrandosi deliberatamente su valore, certezza e finanziamento», aggiungendo che questa è la miglior decisione per gli attuali azionisti della piattaforma.
Musk, un autodefinito “assolutista della libertà di parola”, è stato critico nei confronti della piattaforma e dell’approccio del suo amministratore delegato, Parag Agrawal, alla libertà di parola. «La libertà di parola è il fondamento di una democrazia funzionante e Twitter è la piazza cittadina digitale in cui si dibattono questioni vitali per il futuro dell’umanità», ha affermato Musk in una nota. «Voglio anche rendere Twitter migliore che mai, migliorando il prodotto con nuove funzionalità e rendendo gli algoritmi open source per aumentare la fiducia degli utenti. Twitter ha un enorme potenziale: non vedo l’ora di lavorare con l’azienda e la comunità di utenti per sbloccarlo». In precedenti messaggi sulla piattaforma, ha indicato come priorità combattere gli account automatizzati (bot) che agiscono per la diffusione di massa (spam) e autenticare gli utenti , anche se non ha dettagliato cosa questo significhi.
Che l’operazione portata a termine da Musk non piaccia all’establishment è evidente – ne abbiamo già parlato dettagliatamente qui -, ma appare abbastanza evidente che gli attacchi derivino dal fatto che il Ceo di Tesla è portatore di una visione del mondo non ostile apriori al cristianesimo. L’impressione è che non vada giù che Musk continui a boicottare il pensiero nichilista che l’Occidente ha nei riguardi della vita, della libertà di espressione e di un internet sempre più legato a regole decise da pochi, in sfavore dei molti.
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