Pubblichiamo per gentile concessione dell’autore la lettera che don Domenico Zafarana, siciliano di Polizzi Generosa, oggi parroco di Montepulciano (Siena), ha scritto nel giorno dell’arresto del boss Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza.
Gentilissimo Maggiore Aliberto,
con grandissima gioia abbiamo appreso questa mattina la fine della lunga latitanza di Matteo Messina Denaro, durata tre decenni tra connivenze e omertà che hanno caratterizzato la vita dell’intero Paese e delle istituzioni ad esso collegate.
Aldilà delle valutazioni che verranno fatte nei giorni a venire, in questo momento rendo grazie all’Arma dei Carabinieri per il lavoro – silente e proficuo – svolto in questi anni, teso ad assicurare alla giustizia un uomo che, sprecando quanto aveva ricevuto da Dio, ha denigrato innanzitutto la propria terra e la patria alla quale essa appartiene, macchiandosi di atroci crimini ai danni di molti.
Mi sovvengono in mente, col cuore commosso, in quest’ora della storia, le figure di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, padre Pino Puglisi (del quale quest’anno ricorre il trentesimo anniversario del martirio), Rosario Livatino, Carlo Alberto dalla Chiesa. Persone che hanno fatto del proprio lavoro una missione al servizio del bene comune, anche a costo del sacrificio personale e familiare.
«La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti» asseriva il giudice Paolo Borsellino. In questa opera tutti noi, enti, associazioni, istituzioni, uomini e donne feriali, dobbiamo continuare ad operare perché la giustizia prevalga sempre e dovunque, in ogni ambito lavorativo, nel quotidiano vivere della nostra gente che spera un mondo più giusto ed equo.
Con tali sentimenti di soddisfazione e commozione invio e lei, gentile Maggiore, e per lei idealmente agli uomini e alle donne dell’Arma dei Carabinieri, la gratitudine mia personale e della nostra comunità parrocchiale per il risultato oggi conseguito, con un pensiero speciale all’amata città di Palermo, della quale ho potuto apprezzare i contrasti, i limiti come anche le straordinarie potenzialità. (Foto Imagoeconomica)
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