(fonte: episkopat.pl) L’Arcivescovo Stanisław Gądecki ritiene che la risoluzione del Parlamento Europeo che ha accolto il rapporto pro-aborto del croato Matić sia priva di forza giuridica e superi tutti i confini etici. Il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca al Santuario di Nostra Signora Rifugio dei Peccatori a Wieleń nell’Arcidiocesi di Poznań ha ricordato che ogni persona ha diritto alla vita.
Nella sua omelia, il Metropolita di Poznań ha sollevato il tema del cosiddetto rapporto del croato Matić votata a maggioranza il 24 giugno al Parlamento Europeo.
«Questo documento riguarda “la salute sessuale e riproduttiva delle donne”. Il suo stesso nome ricorda il linguaggio caratteristico dell’allevamento del bestiame piuttosto che lo sviluppo umano. È una risoluzione che ha superato tutti i confini etici esistenti, perché per la prima volta in questo documento l’aborto è stato definito un diritto umano» – ha affermato l’Arcivescovo Gądecki.
«A questo proposito, va innanzitutto sottolineato che questa risoluzione è andata oltre il suo mandato, in quanto ha affrontato questioni come la salute, l’educazione sessuale e la trasmissione della vita, nonché l’aborto, che sono competenze legislative degli Stati membri. Questa è una violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dei trattati chiave, nonché della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea» – ha sottolineato il Presidente dell’Episcopato.
L’Arcivescovo Gądecki ha osservato che «le organizzazioni che vogliono introdurre questo tipo di cambiamenti nella legge, consapevoli di non essere in grado di convincere delle loro opinioni i residenti a livello locale, hanno adottato una strategia di attuazione dall’alto verso il basso delle loro idee, utilizzando istituzioni internazionali e la loro autorità».
«Considerando che l’Unione agisce solo nei limiti delle competenze che le sono conferite dagli Stati membri nei trattati, e tutte le competenze non conferite all’Unione nei trattati appartengono agli Stati membri, e considerando che la competenza in materia di protezione della salute non è mai stata trasferita all’Unione Europea, e quindi appartiene alla competenza esclusiva degli Stati membri, si può con ciò concludere che gli autori della risoluzione hanno invocato la violazione del diritto dell’UE» – ha affermato l’arcivescovo Gądecki.
«Gli autori della risoluzione – utilizzando un concetto distorto dei diritti umani e suggerendo non solo che esista un „diritto all’aborto” ma che sia uno dei diritti umani riconosciuti – non menzionano affatto che nessuno dei documenti internazionali parlino dell’esistenza di tali diritti, compresi i documenti citati dagli stessi autori della risoluzione».
«La citata delibera critica anche la cosiddetta clausola di obiezione di coscienza che consente ai medici di rifiutare di fare un aborto se contraddice le loro convinzioni. I deputati hanno affermato che i medici che invocano la clausola di coscienza stanno attaccando i diritti delle donne. In questo modo, i suoi autori cercano di escludere tutti i credenti dalla professione di ginecologo, se non distruggono la propria coscienza e iniziano a uccidere su richiesta» – ha affermato il presidente dell’Episcopato.
Mons. Gądecki, alla luce dell’insegnamento della Chiesa, ha anche ricordato che l’aborto è una manifestazione della più ingiusta discriminazione, è sempre una violazione del diritto umano fondamentale alla vita, tanto più ripugnante in quanto riguarda la vita della persona più debole e completamente indifesa.
Il Santuario di Nostra Signora Rifugio dei Peccatori a Wieleń Zaobrzański è uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti della Wielkopolska occidentale. La miracolosa immagine di Maria realizzata su un tronco di tiglio nel XV secolo è stata incoronata con corone papali nel 2005. L’indulgenza di otto giorni a cavallo tra giugno e luglio riunisce migliaia di pellegrini dalla Grande Polonia e dalla Bassa Slesia.
(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)
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