La nuova legge sulla bioetica adottata in Francia, conosciuta anche come legge della «provetta per tutti», è stata approvata il 1° agosto dall’Assemblea nazionale al termine di una sessione straordinaria. Il testo di legge, che il presidente Emmanuel Macron ha definito in un tweet come «equilibrato», il vescovo Marc Aillet, pastore della diocesi di Bayonne, Lescar e Oloron, lo qualifica come un «disastro etico» di «grande rottura antropologica» (e con lui molte altre voci dell’episcopato e del laicato cattolico francese).
In occasione della Festa dell’Assunzione di Maria il vescovo Aillet ha pubblicato un commento articolato, dal titolo La missione profetica della Chiesa. A proposito dell’adozione del progetto di legge Bioetica da parte dell’Assemblea nazionale (QUI il testo integrale).
Il vescovo Aillet cita il discorso che il presidente Macron ha tenuto davanti ai vescovi francesi al College des Bernardins il 9 aprile 2018 per verificare quale possa essere, secondo le “regole” del rapporto tra chiesa e stato descritte da Macron, il perimetro del «dialogo e della missione profetica della Chiesa» in questi tempi.
Macron disse, tra l’altro, che la «voce della Chiesa (…) non può essere ingiuntiva. Perché essa è fatta dell’umiltà di quanti impastano il temporale. Essa non può quindi che essere interrogativa». E lo disse proprio a proposito del dibattito in ambito bioetico (dall’aborto, alla PMA, passando per il matrimonio omosessuale).
«Come forza di proposta all’interno di un corpo sociale plurale», scrive e risponde il vescovo Aillet, «dove risulta che non ha più peso di altre religioni o società di pensiero, e secondo le esigenze del “dibattito democratico”, la sua voce non potrebbe effettivamente essere ingiuntiva. Ma la sua natura e la sua missione, che riceve non dagli uomini ma da Dio, resistono a tale reclusione».
La Chiesa, prosegue Aillet, «non può essere limitata nella sua missione profetica dalle leggi della Repubblica. Come ha ricordato vigorosamente Papa San Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Evangelium Vitae, sul diritto civile e il diritto morale, citando le parole di Pietro davanti al Sinedrio: “Dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che ‘agli uomini’ (Atti 5:29)».
«La Chiesa, cercando di essere udibile, non tende a sacrificarsi troppo facilmente alla sacrosanta legge della comunicazione, rischiando di indebolire il suo messaggio e di mancare di fermezza con il pretesto che ha paura di scioccare? In queste condizioni, come stupirsi che il nostro discorso trovi così poca eco nei media mainstream e nell’opinione pubblica?»
Domande importanti che vanno a toccare un nervo scoperto della Chiesa che ancora, dopo un concilio ad hoc come il Vaticano II, cerca una sintesi efficace tra il mandato missionario e il rapporto con il mondo (post) moderno. «Non è forse venuto il momento», si domanda Aillet, «di ottenere di più dalla nostra “missione profetica” che non può essere limitata né dalle ingiunzioni del potere politico né dalle leggi della comunicazione imposte dal mondo dei media?»
Per questo cita san Paolo, il quale appunto ricordava nella lettera a Timoteo: «annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole». E «chi potrebbe negare l’attualità di queste parole?»
La missione profetica della Chiesa, dice il vescovo francese, «è proprio quella di proclamare la Verità sull’uomo di cui è depositaria per mandato divino».
«È la missione profetica della Chiesa mettere in guardia l’umanità oggi e metterla in guardia contro la tentazione dell’autodistruzione. Non possiamo da un lato riconoscere che affermando di essere padroni dell’universo attraverso l’abilità della tecnoscienza stiamo guidando il pianeta sulla via di una “catastrofe ecologica” e decidere, in nome della stessa tecnoscienza, di prendere il controllo della vita umana, dal suo concepimento alla sua morte naturale, senza condurre l’umanità verso una catastrofe ancora più dannosa! Non si può, senza grave pregiudizio per il futuro dell’umanità, opporsi così impunemente al Disegno del Creatore».
Perché la Chiesa non può preoccuparsi di essere «udibile secondo i criteri del mondo», ma la sua missione profetica è quella di parlare «alla coscienza del popolo».
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