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21.12.2024

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I Millenials e il sesso: alla ricerca dell’Amore perduto
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3 Febbraio 2021

I Millenials e il sesso: alla ricerca dell’Amore perduto

Uscirà domani, 4 febbraio, il libro Piacere e fedeltà. I millennials italiani e il sesso (Il Mulino), scritto a quattro mani dal professore ordinario di Demografia all’Università di Padova Gianpiero Dalla Zuanna e dal demografo Daniele Vignoli.

Un testo che si propone l’obiettivo, a suon di numeri e statistiche, di fornire una panoramica di come la cosiddetta “Generazione Y”, composta dai nati alla fine del XX secolo, vive la sessualità e i rapporti di coppia, ponendo in relazione due differenti lavori svolti negli anni scorsi: una ricerca del 2000, che aveva coinvolto 5.000 studenti nati attorno agli anni Ottanta, e lo studio Selfy (Sexual and emotional life of youths) del 2017, che ha interessato 8.000 studenti iscritti ai primi due anni di 28 differenti facoltà italiane di Economia e statistica, quindi nati attorno al 1998.

I dati principali che emergono, così come li riporta il Corriere della Sera, rivelano che rispetto alla sessualità, nei Millennials si è «abbassata l’età della prima volta (18,9 anni per i ragazzi e 19,2 nelle ragazze nel 2000, scesi a 17,9 e 18 rispettivamente oggi)», mentre rimane stabile il fatto che la prima relazione di coppia la si instauri mediamente attorno ai 16 anni, nella maggior parte dei casi con un coetaneo.

Un’altra evidenza, che è poi quella che ha fatto parlare di una presunta fine dell’ “amore libero” e di un ritorno all’“amore romantico”, è quindi che questi giovani tendono ad avere rapporti sessuali all’interno di coppie stabili: solamente il 13% dei maschi e 3% delle femmine dichiarano di aver avuto rapporti sporadici, “di una sera”.

Accanto a questo emerge, con un cambiamento marcato in un lasso temporale di neanche vent’anni, che «l’età media del matrimonio è in aumento (29 anni per lui e 26,2 per lei nel 1993, contro 35,4 per lui e 32,5 per lei nel 2018), mentre sale il numero delle convivenze (l’avevano scelta 2 italiani su 100 nel 2000 e, 19 anni più tardi, 20 su 100)». I figli, infine, in tutto questo, per la maggior parte dei giovani possono aspettare.

SESSUALIZZAZIONE DELL’AFFETTIVITÀ

Commentando questi dati possiamo dunque dire di trovarci di fronte a un ritorno al passato? A ben vedere, a dispetto di quanto sia utile veicolare con i media, la risposta è negativa. E ad affermarlo è lo stesso professore Dalla Zuanna in un’intervista audio rilasciata sempre al Corriere: «Seguendo ciò che è accaduto in tanti altri Paesi d’Europa, anche in Italia si sta assistendo», dice infatti, «a un processo di sessualizzazione dell’affettività degli adolescenti»: mediamente il primo rapporto sessuale avviene infatti, sia per i maschi sia per le femmine, prima dei 18 anni e non si rileva più quella differenza, una volta più marcata, tra le diverse Regioni italiane. «Malgrado questa sessualizzazione», prosegue tuttavia il docente, l’analisi oggetto del libro giunge a una seconda importante evidenza, ossia che non si è andata sviluppando una «sessualità anarchica», bensì «tra i giovani il sesso è sempre più connesso alla relazione»: no ai tradimenti, no al poliamore, no alle coppie aperte, dunque. Anche se, annota ancora Dalla Zuanna, i dati rilevano un aumento della diffusione dell’autoerotismo e della pornografia.

ALLA RICERCA DI UNA GUIDA

A questo punto occorre fermarsi e fare un po’ di ordine rispetto a quanto emerso. Si è detto che i giovani di oggi hanno sempre più presto la loro prima esperienza sessuale, anche se tendenzialmente questo avviene all’interno di coppie stabili perché la relazione personale pare aver riacquistato importanza sul mero appagamento fisico della sessualità. Tuttavia, complice anche il fatto di poter vivere la sessualità in maniera “libera”, magari con l’avvallo dei genitori che ospitano i due fidanzatini sotto il proprio tetto, matrimonio e figli vengono sempre più procrastinati; e, ad ogni modo, la tendenza è quella di optare per la convivenza: scelta che, nella sostanza, sottoscrive una sfiducia nella possibilità di donarsi per tutta una vita. Donazione totale e assoluta che è anche minata dall’autoerotismo e dalla pornografia, ossia due pratiche destinate a uccidere – magari a fuoco lento – la vita di coppia e la stessa sessualità.

L’impressione, dunque, è che i giovani di oggi – che spesso il divorzio e la “liquidità relazionale”, per dirla con il sociologo Bauman, l’hanno vissuta sulla loro pelle di figli e ne sono stati profondamente feriti – stiano facendo dei tentativi per rispondere al bisogno proprio di ogni uomo di essere amato in maniera stabile e duratura, mostrandosi insoddisfatti di quanto dà loro l’odierno “libertinaggio sessuale istituzionalizzato”. Secondo le loro risorse, alla luce delle tendenze interne ed esterne che li animano, ma ci stanno provando.

Tuttavia, in questa loro ricerca, si trovano di fronte una società adulta che non sa, e forse nemmeno vuole, essere loro di supporto, ancora inebriata dall’influsso culturale del Sessantotto: infatti, la realtà ci dice che sono sempre meno coloro che testimoniano con la loro vita il valore del “per sempre” e dei sacrifici fatti per preservarlo; sono poche, e fondamentalmente osteggiate, le giovani famiglie che decidono di investire sulla vita, con speranza nel futuro; sono troppi gli interessi economici che ruotano attorno alla tendenza alla “singletudine”, così come quelli che reggono i fili del mondo della pornografia… e, soprattutto, sono sempre meno coloro che incarnano e vivono di un Amore più grande, in grado di fornire una prospettiva di senso più ampia al vivere: da soli, e anche come coppia.

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