«Sono diventato qualcuno che non mi sarei mai aspettato di essere. La Chiesa cattolica rappresentava per me la soppressione dell’intelletto dottrinalmente e l’oppressione della mia volontà moralmente. L’alcol, le donne, la droga, non sono mai abbastanza. Era la sofferenza di un’anima che non sa di essere perduta e in parte si sentiva vittimizzata da una cultura che ti dice: Questo è ciò che significa essere un uomo. La sofferenza è la via per la conoscenza di Dio; la croce è gloria per il cristiano». Le parole che avete letto sono di John Nepil, un giovane sacerdote statunitense, e la sua è una delle tante storie di redenzione che si possono scoprire attraverso i video caricati sulla piattaforma One Billion Stories, un’idea del brillante Seth DeMoor che ha scelto il nome del suo sito web ispirandosi al miliardo e oltre di cattolici nel mondo.
DeMoor ha avuto l’ispirazione nel 2009 durante una gita in bici da cross, come si legge sul National Catholic Register, che gli ha fatto qualche domanda per capire meglio l’origine del suo progetto digitale. «Sono rimasto stupito dal dono dell’Eucaristia e dalla storia della Chiesa. Ho incontrato giovani cattolici e sono rimasto stupefatto dal modo in cui servivano», ha detto al Register. Da qui la scintilla: «Volevo catturare queste storie, radicate nella verità trascendente, e filmarle».
Negli anni il suo progetto digitale, che mira a far conoscere la bellezza della fede cattolica e a ispirare i tanti che se ne sono allontanati o non l’hanno mai conosciuta veramente, è andato via via espandendosi, prima negli Stati Uniti, poi in Spagna, nelle Filippine e nella piccola isola di Santa Lucia. Tutti Paesi in cui One Billion Stories può contare su «missionari digitali» che cercano e condividono storie di fede capaci di attrarre i lontani e mostrare dove possono trovare l’amore e la speranza, di cui il mondo e ognuno di noi, oggi più che mai, sente tanto il bisogno. «Il nostro obiettivo a One Billion Stories è quello di invitare le persone a staccarsi dai loro telefoni per [scoprire] amicizie nel mondo reale a livello parrocchiale e, in definitiva, la Grazia dei sette sacramenti».
Accanto alla storia di padre Nepil, completamente trasformato dopo un giorno in cui fece insieme confessione e adorazione del Santissimo Sacramento («Io sono stato catturato da ciò che è successo quella notte durante l’adorazione»), ci sono molte testimonianze di laici che raccontano come hanno scoperto il senso della loro vita incontrando Cristo. Come Kenn Cramer, che a causa dell’esperienza di un padre violento non riusciva ad avere un vero rapporto con Dio: «Mia madre mi diceva che Dio mi amava e poteva guarire le mie ferite. Ma come potevo fidarmi di Dio quando Lui non mi stava proteggendo dal mio padre terreno?», si chiedeva Kenn, che iniziò a bere e drogarsi, fino a pensare seriamente al suicidio. «Rimaneva solo un’opzione: prendere la mia vita e incontrare questo Dio che presumibilmente mi amava. Ho provato un’overdose. A letto, mentre avevo le convulsioni, ho gridato: Per favore, non farmi morire! Ho sentito Dio: Io non ho intenzione di lasciarti morire. In quel momento, Dio mi ha permesso di sentire davvero l’inferno. Ho iniziato a cercare la verità». Da allora l’esistenza di Kenn è cambiata: è tornato alla Chiesa, si è nutrito della preghiera e, forte della Grazia ricevuta e accolta, adesso veste i panni del buon consigliere «per aiutare le persone con la loro oscurità. Dio sta cercando di guidare ciascuno di noi nella migliore versione di noi stessi».
C’è poi la storia di Mary Jane, che da fanciulla aveva contratto la poliomielite ed era stata posta in un polmone d’acciaio. Venne dichiarata morta il 15 agosto 1949, giorno dell’Assunta, mentre i suoi genitori offrivano rose all’altare della Beata Vergine. Sua madre la baciò e le disse: «Apri i tuoi occhi azzurri». Mary Jane si svegliò: «Io fui riempita dell’amore di Dio, ed ero con la Madre Maria». Il 23 maggio 1953 Mary Jane sposò Ed Kohl e da allora, per i successivi 64 anni (il loro video è dell’agosto 2017), i due coniugi hanno recitato il Rosario ogni giorno, cercando anzitutto il regno dei Cieli come insegna Gesù (Mt 6, 24-34): «Non ci preoccupiamo di nulla. Diciamo: Caro Signore, è [tutto] nelle tue mani».
One Billion Stories è perciò una miniera di esperienze luminose, ognuna con un carisma diverso, che fa dire a Erin Stutz, una visitatrice del sito originaria del Colorado, di trarre grande beneficio dai «costanti promemoria di quanto sia bella la nostra fede».
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