Cinque anni fa, il 9 marzo 2014, moriva Mario Palmaro che del Timone è stato una colonna. Lo ricordiamo nel numero 182, specialmente nella sua attività di conferenziere invitato da parrocchie, associazioni e circoli culturali. Tetragono difensore della Verità diceva che «non è ancora detta l’ultima parola: la verità, per quanto sostenuta da un piccolo numero di persone, non muore».
La fatica del ciclista e la fatica del cristiano – di Mario Palmaro (Il Timone n. 83, maggio 2009)
La natura quasi metafisica del gesto atletico del corridore si comprende meglio osservando attentamente la dura fatica richiesta da questo sport. La corsa in bicicletta è un vero e proprio viaggio, una perfetta metafora della vita dell’uomo.
Nella vita di fede non si può restare fermi: o si va avanti, o si torna indietro. Come osserva Cesare Angelini nel 1948, la bicicletta «è sintesi di equilibrio, una trascrizione dell’energia in equilibrio» che rimanda alla «parabola evangelica del camminare sulle acque, se hai fede i tuoi piedi camminano sulle onde, se cessa la fede, sommergi».
La bicicletta esige dal corridore una disciplina ferrea: allenamenti, rinunce, sopportazione del dolore e della fame, patimento del freddo e del pericolo. Il corridore deve avere spirito di squadra, e accettare di stare al proprio posto che di norma è quello del gregario, essendo i campioni una minoranza del totale. Come la croce è il momento che prova la fede, così la salita è il luogo della prova del campione: è lì che si dimostra il suo valore, quando lo si vede alzarsi sui pedali oscillando come Fuentes, oppure salendo con magnifica eleganza come Gimondi.
Nel settembre del 1947, davanti alla folla accorsa in piazza San Pietro, Pio XII dirà: «La dura gara, di cui parla san Paolo, è in corso: è l’ora dello sforzo intenso. Anche pochi istanti possono decidere della vittoria. Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell’Azione cattolica: egli ha più volte guadagnato l’ambita maglia. Correte anche voi in questo campionato ideale, in modo da conquistare una ben più nobile palma». (…)
Dunque il ciclismo è simbolo di realtà più grandi che lo trascendono. (…)
«Un uomo solo al comando»: basta questa storica frase del radiocronista Mario Ferretti, e subito la fantasia può finalmente correre. Correre perfino più veloce della bicicletta lanciata lassù, verso un traguardo che sembra – ma non è – irraggiungibile.
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