«Nel mondo Dio», recita una celebre frase di Pascal, «ha messo nel mondo abbastanza luce per chi vuole credere e ha lasciato abbastanza ombre per chi non vuole credere». Una considerazione, questa sulla “penombra” in cui Dio pare preferisca stare, che tuttavia non impedisce talvolta di assistere – anche senza scomodare i miracoli effettivamente riconosciuti come tali dalla Chiesa – a fatti ed eventi straordinari, nei quali cioè la «luce» della Sua presenza si fa limpida e difficile da negare nella sua bellezza.
Sembra decisamente rientrare tra questi fatti ed eventi straordinari quanto avvenuto pochi giorni fa in occasione nell’ambito del pellegrinaggio annuale della Nuk, acronimo di Norges Unge Katolikker, associazione di giovani cattolici norvegesi, al quale hanno preso parte fedeli provenienti da diverse parrocchie della Norvegia. Un pellegrinaggio di ben 120 chilometri, che ha avuto inizio il 21 luglio e che ha portato alla tomba di Sant’Olaf (995-1030), il santo patrono della Norvegia appunto.
Ebbene, il momento clou di questa marcia era la salita sullo Snøhetta che, con i suoi quasi 2.300 metri (2.286) sul livello del mare, è la vetta più alta di Dovrefjell, una catena montuosa e altopiano della Norvegia centrale. Una cima che, per chi partecipa al pellegrinaggio, è una tappa molto cara; anche perché prevede la celebrazione sulla cima, a cielo aperto, della Santa Messa. Cosa che le condizioni meteo, però, non sempre consentono; per dire, tre anni fa la celebrazione si è dovuta concludere in fretta e furia per l’arrivo di un temporale.
Invece quest’anno, cioè pochi giorni fa, è avvenuto qualcosa di incredibile. Infatti – stando a quanto riferito da Churchpop – proprio nel momento della celebrazione eucaristica le nubi che fino a quel momento chiudevano il cielo, si sono fatte da parte. «All’improvviso», ha raccontato emozionato il sacerdote, padre Josef Ottersen, «le nuvole si sono ritirate, come per dire che i cieli si preparavano a ricevere il sacrificio eucaristico». L’evento ha colpito tutti i presenti che si erano portati in spalla tutto il necessario, a partire ovviamente da un piccolo altare, per quella celebrazione.
Ma, per quanto possa magari ad alcuni apparire marginale, questo fatto colpisce anche noi che ne siamo messi al corrente; anche perché padre Ottersen ha condiviso sui suoi canali social degli scatti di quella Messa, e sembra quasi di vederle, in effetti, le nubi che si fanno da parte; con un movimento che, certo, lascerà pure pascalianamente «abbastanza ombre per chi non vuole credere» – o per chi comunque pensa non ci sia nulla di straordinario nell’accaduto -, ma che per tutti gli altri costituisce una prova. Di cosa? Di quando il Cielo ci fa segno, citando il libro di un altro grande apologeta, Vittorio Messori. (Fonte foto: Facebook)
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