La Spagna, già prima del Covid, stava subendo un calo drastico della popolazione con il numero dei morti che superava quello delle nascite. Ogni anno si praticano tra i 90 000 e i 100000 aborti indotti e non è prevista alcuna forma di sostegno in favore della maternità. Nonostante questo contesto, il ministro dell’Uguaglianza, Irene Montero (di Podemos), ha annunciato di voler modificare la legge sull’aborto attuata dal socialista Rodríguez Zapatero eliminando alcuni dettagli tra cui: il requisito di 3 giorni di riflessione e il permesso dei genitori per le ragazze tra di 16/17 anni che hanno deciso di abortire. Ci sono intere regioni della Spagna in cui gli aborti vengono eseguiti solo in uno o due centri, a causa della diffusa obiezione di coscienza, poiché la stragrande maggioranza dei ginecologi e degli ostetrici guarda questa pratica con disgusto.
Di fronte a questi centri – quasi sempre cliniche private specializzate in aborti – di solito ci sono gruppi pro-vita che offrono alternative, aiutano o semplicemente pregano in silenzio. Il ministro Montero ha annunciato che la legge impedirà la presenza di questi gruppi e “regolerà” l’obiezione di coscienza degli operatori sanitari in modo che «non sia al di sopra del diritto di decidere sul proprio corpo» delle donne che richiedono aborti.
Questo lunedì, il Consiglio generale dei collegi ufficiali dei medici (CGCOM) ha rilasciato una nuova dichiarazione sull’obiezione di coscienza degli operatori sanitari. Le Associazioni mediche ufficiali hanno dichiarato che l’intenzione di ostacolare l’obiezione di coscienza è «inaccettabile, illegale e ingiusta».
Il CGCOM sottolinea che forzare la coscienza dei medici in modo che ci siano più tecnici dediti all’aborto «oltre ad essere incostituzionale è una cattiva soluzione». Il CGCOM propone, d’altra parte, di rendere più facile per le donne che vivono in aree senza cliniche abortive di andare nelle grandi città, proponendo aiuti per gli spostamenti. Viene sottolineato che la pratica di cambiare città per abortire è già molto comune perché le donne guadagnano anche maggiore privacy.
Ricardo De Lorenzo, presidente dello Studio Legale di Lorenzo Abogados, ricorda sul quotidiano Redacción Médica che «l’obiezione di coscienza del medico è un diritto fondamentale sancito dall’articolo 30 della Costituzione. Nessuna legge può cambiare questo». Inoltre, aggiunge che «l’obiezione di coscienza del medico non dipende dal parlamento o dall’attuale regolatore». In oltre quattro decenni di democrazia, solo tre leggi hanno regolato questo diritto fondamentale: il servizio militare del 1984, la legge sull’aborto (2010) e l’eutanasia (2021).
Recentemente l’Associazione per il diritto all’obiezione di coscienza (Andoc) ha lanciato un appello (qui) rivolto ai medici, ai farmacisti e agli operatori sanitari affinché uniscano le forze di fronte agli attacchi e alle pressioni contro gli obiettori in Spagna. (Fonte)
Qui sotto riproponiamo un Video realizzato da ANDOC in difesa dell’obiezione di coscienza sanitaria.
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