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26.12.2024

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Mantovano: «Ratzinger grande e umile, intellettuale di valore assoluto»
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31 Dicembre 2022

Mantovano: «Ratzinger grande e umile, intellettuale di valore assoluto»

ALFREDO MANTOVANO

Nell’ottobre 2004 un amico, che era solito organizzare annualmente un confronto pubblico su temi di rilievo etico, ospitò a casa sua, in via della Conciliazione, una colazione preparatoria dell’incontro in programma per quell’anno, invitando i relatori, e un numero ristretto di persone, me incluso. Uno dei relatori era il cardinale Joseph Ratzinger: arrivò indossando una semplice tonaca da prete, dalla cui manica uscivano due centimetri di una ancor più semplice maglia nera; sollecitato sul suo futuro, l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede confidò che, superati i 75 – all’epoca ne aveva 76 – aveva presentato al Papa le dimissioni, e auspicava che fossero accolte presto. Desiderava infatti tornare nell’amata Bressanone per dedicarsi in modo più intenso a quegli studi che in realtà non aveva mai lasciato.

Sei mesi dopo il Conclave lo proclamava Romano Pontefice, e lui, che pure aveva espresso quella sincera aspirazione al riposo operoso, non si sottrasse a prendere sulle spalle quella che sarebbe stata una Croce più che una stola: a incarnare il brano evangelico del servitore che, rientrato dal lavoro nei campi, non si ferma, ma cambia la veste e porta a tavola le vivande per il suo Signore.

Joseph Ratzinger è riconosciuto come il più grande intellettuale vissuto fra la seconda metà del XX e l’inizio del XXI secolo; non il più grande intellettuale cattolico, ma il più grande intellettuale in assoluto: al punto da essere cercato come interlocutore da atei o agnostici, affascinati dalla sua logica stringente e profonda. La sua grandezza è stata pari alla sua umiltà: al momento della benedizione Urbi et Orbi, subito dopo l’elezione, sotto le vesti di Pontefice compariva quella semplice maglia di colore nero.

In un’epoca di banalizzazione e di riduzione a slogan, Benedetto XVI ha testimoniato come semplicità e grandezza non siano in antitesi, ma anzi si tengano reciprocamente, perché entrambe riflessi di Dio.

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