«E strozzo una Corona col limone / sennò poi ti racconta ciò che ho fatto». Così cantano i Coma_Cose, ma così non vuole fare Emmanuel Macron, che a favore di telecamere accetta la provocazione dei rugbisti del Tolosa, e in una manciata di secondi (diciassette per la precisione) tracanna dalla bottiglia la nota birra. Si tratta dei soliti 33 centilitri, non certo di una pinta (sono francesi, non inglesi), per cui è tutt’altro che un’impresa. Ma la posa sbarazzina e irrituale (chiudere gli occhi e pensare al presidente Mattarella) è bastata per far infuriare un plotone bipartisan di politici bacchetoni.
Mentre infatti i giocatori del Tolosa, giustamente esaltati per la vittoria del “Top 14”, il massimo campionato francese di rugby, applaudivano e incitavano la performance del presidente francese sceso negli spogliatoi per congratularsi con loro, alti lai si alzavano per stigmatizzare il gesto.
«DE GAULLE SI RIVOLTA NELLA TOMBA» (E ALTRA RETORICA)
Il primo a partire in “modalità indignazione” è stato il senatore socialista Laurence Rossignol:«Cosa sta cercando di dimostrare? Che è un vero uomo? Un cliché maschilista». Non è da meno la deputata verde Sandrine Rousseau, che commentando il video ha sentenziato che il gesto sintetizza «in una sola immagine la mascolinità tossica nella leadership politica». Entrambe le esternazioni sono state riprese dal Times. Quanto a retorica, Marine Chiaberto, vice presidente di Reconquête, partito di destra guidato da Éric Zemmour, è andata, se possibile, anche oltre. E twittando una foto comparata di de Gaulle e di Macron (il primo mentre legge, ai microfoni di Radio Londra, il famoso discorso divenuto simbolo della resistenza francese e il secondo alle prese con la Corona), così sottolinea il turpe gesto del secondo: «Il generale de Gaulle deve rivoltarsi nella tomba alla vista di un Macron che manda giù tutta insieme una Corona alla fine della Finale Top 14… Che degrado!». Il fatto che oggi la Francia non abbia nazisti al confine, piuttosto atleti con cui gioire per un campionato vinto, evidentemente nemmeno sfiora la pasionaria Chiaberto.
SE LA CORONA PIACEVA ANCHE AL PRESIDENTE DI DESTRA CHIRAC…
Ma il complottismo, specie quello spicciolo, è sempre dietro l’angolo. Ecco allora che per qualcuno quella birra sarebbe servita a Emmanuel Macron per cercare di conquistare l’elettorato di destra. Una perla che il Guardian del 19 luglio prende sul serio: «La scelta della birra Corona, la bevanda preferita del defunto presidente di destra Jacques Chirac, ha portato a commentare che Macron la stesse usando per fare un’apertura alla destra».
In questa corsa al ridicolo c’è però anche chi difende il presidente francese (se non altro perché dello stesso partito).
Per Jean-René Cazeneuve, membro dell’Assemblea Nazionale dalle file En Marche!, le immagini dallo spogliatoio non mostrano altro che «un presidente che condivide la gioia di 23 giocatori e prende parte alle loro consuetudini. Nient’altro».
In realtà Macron, da appassionato di sport, non è affatto nuovo a visite (più o meno improvvisate) ad atleti francesi degli sport più diversi. Anche nel dicembre scorso, in Qatar, terminata la finale dei Mondiali con la sconfitta dei Blues per mano dell’Argentina di Messi, il presidente francese era sceso negli spogliatoi.
Con un discorso che era sembrato a tutti sincero, ringraziò i calciatori francesi per «il cuore, la fame, e il talento» dimostrati. «Sono fiero di voi», aveva detto alla fine del discorso abbracciando l’allenatore Didier Deschamps. É chiaro che in quello psicodramma (la Francia perse la Coppa del Mondo solo dopo una serie infinita di rigori), tra lacrime e rabbia di Mbappé e compagni, non poteva certo sussistere nessun rischio di una bevuta inopportuna.
UNA BANALE “OPERAZIONE SIMPATIA”
A ben vedere il “mistero” intorno alla Corona sta forse tutto nel crollo della popolarità di Macron, che a leggere i sondaggi ha avuto un picco negativo nei mesi di marzo e aprile ma che è ancora piuttosto pesante. Da politico giovane ma navigato, dunque, ogni possibilità di risalire la china nella simpatia dei francesi non va disdegnata. Ecco allora che il commento più sano alla semiseria vicenda (perché semplice, misurato, lontano dagli isterismi) rimane quello del sindaco di Tolosa Jean-Luc Moudenc, secondo cui la scenetta festosa tra i rugbisti della sua città e il presidente «è stato un bel momento, molto spontaneo». Punto. I demeriti politici di Macron non sono affatto pochi e trascurabili: dalla dura repressione dei “Gilet gialli”, alla riforma pensionistica imposta a dispetto di imponenti manifestazioni di piazza; dalla ripresa della politica neocoloniale in Africa, all’accento smaccatamente secolarista che accompagna la sua azione politica. Ma se c’è una cosa che certamente il presidente francese non deve farsi perdonare è l’aver bevuto una birra (la cui fermentazione, scriveva David Foster Wallace «è la più grande scoperta dopo il fuoco») in compagnia di rugbisti in festa. Prosit!
(Foto: screenshot, The Telegraph, YouTube)
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