Nell’edizione di ieri sera (11 marzo ndr) del telegiornale di TV2000, Pina Cataldo ha raccolto una testimonianza molto forte: una delle ultime lettere che le Missionarie della Carità uccise ad Aden una settimana fa, insieme ad altre dodici persone, avevano inviato alle loro consorelle. Una lettera in cui si parla della guerra, delle grandi sofferenze ma anche della fede che le spingeva a restare comunque lì, accanto ai più poveri. Suor Serena, Missionaria della Carità, legge nel video il testo che riportiamo qui sotto.
«Ogni qualvolta i bombardamenti si fanno pesanti noi ci inginocchiamo davanti al Santissimo esposto, implorando Gesù misericordioso di proteggere e difendere noi e i nostri poveri e di concedere pace a questa nazione.
Non ci stanchiamo di bussare al cuore di Dio, confidando che ci sarà una fine a tutto questo. Mentre la guerra continua ci troviamo a calcorare quanto cibo abbiamo e ci chiediamo: sarà sufficiente per oggi? I bombardamenti continuano, le sparatorie sono da ogni parte e abbiamo farina soltanto per oggi. Come faremo domani a sfamare i nostri poveri?
Con fiducia amorevole e abbandono totale noi cinque corriamo verso la nostra casa di accoglienza anche quando il bombardamento è pesante. Ci rifugiamo a volte sotto gli alberi pensando che questa è la mano di Dio che ci protegge. E poi corriamo di nuovo velocemente per raggiungere i nostri poveri che ci attendono sereni. Sono molto anziani, alcuni non vedenti, altri con handicap mentali o fisici. Subito cominciamo il nostro lavoro pulendo, lavando, cucinando, utilizzando gli ultimi sacchi di farina, le ultime bottiglie d’olio, proprio come la storia del profeta Elia e della vedova.
Dio non può mai essere da meno in generosità fino a quando rimaniamo con Lui e i suoi poveri. Quando i bombardamenti sono pesanti ci nascondiamo sotto le scale tutte e cinque sempre unite: insieme viviamo, insieme moriamo, con Gesù e Maria la nostra Madre».