Da giorni non si parla d’altro. No, non stiamo parlando degli sviluppi della guerra in Ucraina, né degli arrivi incessanti, anzi record di migranti sulle nostre coste, della siccità o della denatalità, piaga che alcuni ormai iniziano a definire «incontrastabile». Ciò di cui si continua a parlare – riferendone quasi minuto per minuto gli sviluppi – sono le condizioni di Jj4, l’orsa che il 5 aprile ha attaccato ed ucciso il runner trentino Andrea Papi nei boschi sopra Caldes in Val di Sole; sappiamo infatti che l’animale è stato catturato la scorsa notte a pochi chilometri dal luogo dell’aggressione.
Ora, la notizia di questa cattura, ieri, era su tutti i grandi media italiani, dalle agenzie di stampa ai giornali: dall’Ansa al Corriere, dall’Agi a Repubblica, da Rai News a La7. Dettagli sulla trappola impiegata per braccare il plantigrado, sulla sorte dei suoi cuccioli, sull’avvenuta sedazione e sul trasporto al rifugio recintato del Casteller: non ci si è davvero fatti mancare nulla, in un tentativo sì di far rivivere ad ogni italiano le fasi dell’accaduto, ma forse anche di condizionare tutti, rispetto alle sorti dell’animale, attraverso le corde dell’emotività; che non va disprezzata, ma non va neppure enfatizzata facendoci dimenticare che parliamo di un’orsa che ha già ucciso un uomo.
Bene ha fatto a tal proposito, ospite di una trasmissione televisiva tre giorni fa, Giulia Zanottelli – l’assessore provinciale del Trentino all’agricoltura, foreste, caccia e pesca – a ricordare a tutti, rispetto alla contestata (anche dal Tar di Trento) volontà della Giunta di cui fa parte, di procedere con l’abbattimento di Jj 4, che qui non si tratta di vendetta: «Si tratta di togliere dalla natura un esemplare che ha già aggredito ed ha ammazzato un ragazzo di 26 anni e gli strumenti tecnici permettono di fare questo» per chi abbia «la responsabilità di tutelare la sicurezza dei cittadini». Punto.
Senza, dicendo questo, sposare l’estremismo di chi vorrebbe una strage di orsi, le parole di Zanotelli paiono inattaccabili, perché appunto vanno al cuore della questione: «La responsabilità di tutelare la sicurezza dei cittadini». Una responsabilità che sicuramente non hanno i tanti leoni da tastiera che in Trentino non vivono, o se ci vivono comunque non sono investiti da quella parola – responsabilità, appunto – che traccia il confine decisivo tra l’opinionista e il decisore. Dopodiché, se non si capisce che la vita umana deve essere sempre salvaguardata prima – e ben più – d’ogni altra, non si ha un problema né con gli uomini né con gli orsi, no. Si ha un problema con la ragione (Foto: Imagoeconomica/screenshot media)
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl