Come rivela il Daily Mail, le nuove linee guida pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) affermano che le leggi che impediscono l’aborto in qualsiasi momento durante la gravidanza rischiano di violare i diritti delle «donne, ragazze e altre persone in gravidanza». (“altre persone in gravidanza” è un riferimento ai casi dei transessuali).
La deputata conservatrice britannica Fiona Bruce, co-presidente del Gruppo parlamentare per la vita, ieri sera ha definito «completamente inaccettabile» e «veramente scioccante» qualsiasi proposta di legalizzare l’aborto fino alla nascita: «Un essere umano vitale potrebbe avere la fine della propria vita fino al momento della nascita. Eppure un giorno, un’ora, anche pochi istanti dopo, un’azione simile contro un bambino potrebbe costituire un omicidio».
La Guida alla cura dell’aborto dell’OMS, pubblicata questo mese raccomanda anche ai governi di:
Le Nazioni Unite, che sovrintendono all’OMS, hanno accolto con favore il suggerimento di rimuovere quelle che chiamano «barriere politiche non necessarie all’aborto sicuro», inclusi «limiti su quando un aborto può essere praticato». Ma da nessuna parte nel documento di 210 pagine si fa menzione del dibattito etico sui diritti del nascituro, o se gli aborti siano moralmente accettabili quando dopo 22-24 settimane il feto ha buone possibilità di sopravvivere se nato prematuro. Inoltre, non si fa menzione dell’aborto selettivo per sesso, nonostante il fatto che l’interruzione del feto femminile sia comune in paesi come l’India, il Pakistan e la Cina.
Prima della pubblicazione, l’OMS ha consultato un gruppo di 12 “esperti esterni”, tra cui la dott.ssa Dhammika Perera, direttore medico globale della Marie Stopes International, con sede nel Regno Unito, la cui filiale britannica conduce oltre 60.000 aborti all’anno sul SSN, e la dottoressa Laura Castleman di Planned Parenthood Michigan, il più grande fornitore di aborti negli Stati Uniti. La dottoressa Perera ha descritto termini come «aborto tardivo» o «battito cardiaco fetale» come «retorica anti-aborto». Si oppone anche alla parola «utero» perché «assegna un valore emotivo e simbolico a un organo». (Fonte)
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