Nel 2005 l’allora arcivescovo di San Paolo in Brasile, il cardinale Claudio Hummes, fece un intervento al sinodo sull’Eucaristia che fece rumore. «In Brasile i cattolici diminuiscono in media dell’1 per cento all’anno – disse il porporato –, nel 1991 i brasiliani cattolici erano circa l’83 per cento, oggi, secondo nuovi studi, sono appena il 67 per cento. Ci domandiamo con angoscia: fino a quando il Brasile sarà ancora un Paese cattolico? Risulta che oggi per ogni sacerdote cattolico ci siano già due pastori protestanti, la maggior parte di chiese pentecostali».
I recenti dati, riassunti nella tabella qui a fianco, confermano quanto fosse motivato quel grido di allarme. Sono presi dall’ultimo Latinobarómetro, autorevole report sull’America Latina prodotto ogni anno dall’omonima società di ricerca cilena. Quella indicata è la diminuzione della percentuale dei cattolici sull’intera popolazione, nell’arco di 18 anni. Solo Messico e Repubblica Dominicana mostrano un aumento, tutti gli altri Paese segnano una perdita, nella maggioranza dei casi a due cifre.