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L’Italia delle donne in carriera? «Creerà  una generazione di sociopatici. Cosa come fece la DDR»
NEWS 13 Giugno 2014    

L’Italia delle donne in carriera? «Creerà una generazione di sociopatici. Cosa come fece la DDR»

Più o meno nel 2050 sarà in circolazione nel nostro paese una moltitudine di sociopatici, disadattati, affettivamente squilibrati. Lo afferma Remo Lucchi, storico patron di GFK Eurisko e autorità riconosciuta nel campo delle ricerche sociali e di mercato. Perché? Perché la società italiana si è completamente ribaltata, soprattutto per quello che riguarda il ruolo dell’uomo e della donna.

Le donne non hanno abbandonato sostanzialmente i propri ruoli tradizionali di madri, mogli e caregivers, ma hanno al contempo iniziato a svilupparsi come professioniste e individui. Le loro aspirazioni e esigenze si sono avvicinate, sotto questo aspetto, a quelle degli uomini che presidiavano questi ruoli. Il risultato immediatamente osservabile, spiega Lucchi, è il drastico calo delle nascite annue in Italia: dimezzate rispetto agli anni 1960 (da più di un milione a poco più di 500mila nuovi nati nel 2013).

Ma c’è molto di più: le donne che hanno avuto figli dedicano sempre meno tempo a trasferire loro fisicamente affetto. Si tratta di una trasformazione i cui effetti non sono immediatamente riscontrabili, ma che a lungo andare porta proprio alle nefaste conseguenze descritte inizialmente.

Se è vero, infatti, che la mancanza di affetto – ricorda Lucchi – provoca squilibri psicologici deleteri, i bambini di oggi, figli di madri sempre più dedite alla carriera e a se stesse, domani saranno adulti squilibrati. In sostanza, quello che è stato vero per i neonati della DDR, sottratti in fasce alle madri operaie destinate a produrre per lo Stato e allevati in massa nei nidi pubblici ad apertura estesa, potrebbe ancora accadere: turbe, difficoltà di sviluppo, patologie sociali, immaturità affettiva.