Quali sono i pericoli legati all’intelligenza artificiale? Ce lo siamo chiesti, come Timone, anche sul numero di aprile della rivista (qui per abbonarsi), dove si è tenuto un duello di scrittura tra ChatGPT e Mario Giordano. Ma si tratta di un tema con il quale ci si dovrà misurare ancora a lungo se si pensa che perfino uno come il magnate della tecnologia Elon Musk ha recentemente ricordato, nel corso di una intervista, quanto i pericoli dell’intelligenza artificiale siano enormi per l’esistenza stessa della civiltà.
Ma è proprio così? Pur senza negare rischi ed implicazioni di tale frontiera – sulla quale anche cardinali come Wilhelm Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht, hanno caldeggiato che la Chiesa possa esprimersi – ci sono anche voci che tendono, se non a sminuire, certo a ridimensionare la sua portata. Tra queste, c’è senza dubbio quella di padre José Antonio Fortea, dottore in Teologia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma, il quale mira a portare al centro del dibattito sull’argomento un aspetto trascurato, vale a dire l’inesistenza di una vera intelligenza artificiale.
Per noi credenti, ha argomentato il sacerdote, «è impossibile che la scienza crei vera razionalità». «Ripeto», ha aggiunto per essere certo di aver ben veicolato il suo pensiero, «risulta impossibile creare una vera intelligenza artificiale perché non conta quanto siano impressionanti i programmi, essi agiranno sempre secondo le linee guida che hanno nella loro programmazione». Un computer, ha sottolineato padre Fortea, «può sorprenderci con i dati che ci dà, ma da esso quello che mette di suo non uscirà nulla». Per quanto senza dubbio forte, va detto che questo non è un pensiero isolato.
Infatti, tanto per fare un esempio, anche il dottor Eugene Gan – professore della Franciscan University di Steubenville che studia la materia da 30 anni – ha sottolineato recentemente come, benché possa apparire umana, di fatto l’intelligenza artificiale «non avrà un’anima». Tutto questo, senza dubbio, può costituire una rassicurazione sul fatto che questo tipo di tecnologia non potrà mai eguagliare l’intelligenza umana; ma non, attenzione, su un aspetto cruciale come quello degli sconvolgimenti nel mondo del lavoro, che nei prossimi anni rischiano davvero di essere pesantissimi.
Fa testo, a questo proposito, il report di Goldman Sachs intitolato The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth, secondo cui, se l’intelligenza artificiale generativa dovesse mantenere le sue promesse, il mercato del lavoro potrebbe subire notevoli sconvolgimenti; al punto che «due terzi dei lavori attuali sono esposti a un certo grado di automazione dell’intelligenza artificiale e quindi potrebbero essere sostituiti fino a un quarto dei lavori attuali». Bene, quindi, ricordare che l’intelligenza artificiale è impossibile che «crei vera razionalità», come giustamente sottolinea padre Fortea. Ma guai pure a sottovalutarne gli effetti. (Fonte foto: Pexels.com)
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