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Le ostie preparate dei carcerati di Opera nutrono persino le Messe della lontana Australia
NEWS 29 Luglio 2016    

Le ostie preparate dei carcerati di Opera nutrono persino le Messe della lontana Australia

Ciro, Giuseppe, Cristiano e Vincenzo producono ogni giorno nel carcere di Opera circa 7-8 mila ostie. I quattro detenuti prendono parte a un progetto chiamato “Il senso del pane”, nato grazie a un’idea di Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Casa dello Spirito e della Arti. Sono serviti molti mesi per imparare l’arte antica di produrre ostie destinate a diventare eucaristia, ma dall’autunno dello scorso anno la produzione ha preso il via. A gennaio 2016 le ostie sono state benedette da papa Francesco e ad aprile sono stati gli stessi carcerati a portarle nelle mani del Papa in piazza San Pietro, che li ha benedetti, lasciando anche una dedica sul libro delle visite del carcere di Opera.

Dapprima a richiedere le ostie erano parrocchie italiane, venute a conoscenza del progetto, ma piano piano le richieste sono arrivate da sempre più lontano. Fino all'Australia, nella cattedrale di Santa Maria, a Sidney, dove verranno benedette il 6 giugno. Le ostie partono ogni giorno da Opera e, grazie a un folto gruppo di persone che gratuitamente se ne fanno ambasciatori, riescono ad arrivare nei luoghi più disparati della Terra: dagli scenari di guerra del Kurdistan iracheno e della Siria, ai luoghi più cari alla devozione popolare, come Lourdes, Gerusalemme e Cracovia, fino ad arrivare a “terre di frontiera” come Nairobi, in Kenya (Africa), nel Nicaragua e a Cuba (America) o nel carcere di Colombo, capitale dello Sri Lanka (Asia). «Persone di ogni parte del mondo», ha detto Arnoldo Mosca Mondadori, «si uniscono in una rete meravigliosa il cui legame è la coscienza che l'Eucaristia è il cibo oggi necessario per la vera pace di ogni essere umano».