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26.12.2024

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«Le minacce a Valditara devono interrogare chi esaspera i toni»
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24 Febbraio 2023

«Le minacce a Valditara devono interrogare chi esaspera i toni»

Le minacce di morte indirizzate al Ministro Giuseppe Valditara non sono che la logica conseguenza di un clima di tensione che si è innescato immediatamente all’indomani del risultato elettorale che ha assegnato la vittoria alla coalizione di Centro Destra. Da quel momento in avanti e, soprattutto, a seguito dell’insediamento del Governo presieduto dall’on. Giorgia Meloni, si è accesa la miccia della polemica inutile, dell’ostruzionismo, dell’innalzamento dei toni, del continuo rimando a fantasmi del passato. Nulla di più intellettualmente scorretto. Cerchiamo, come sempre, di basarci sui fatti.

Ora, nel rispetto delle posizioni di ciascuno, occorre riconoscere che Fratelli d’Italia ha preso le distanze dal Fascismo e dal Movimento Sociale Italiano ed è diventato il modello, anche per i paesi europei, di una destra nuova che ha saputo fare delle proposte di cambiamento: queste proposte sono piaciute agli italiani, come il risultato delle urne ha dimostrato. Ecco perché io credo che continuare a muovere le stesse critiche, continuare a evocare un passato che con Giorgia Meloni non ha nulla a che fare sia una strategia sbagliata per la sinistra, e altamente rischiosa per tutti gli italiani: è stata sbagliata per la sinistra che, infatti, è uscita sconfitta dalle urne, è rischiosa per gli italiani perché crea una continua tensione che esaspera. E quando i toni della politica esasperano, prima o poi, la violenza, nelle sue varie forme, esplode. Per questo più volte mi sono permessa di richiamare tutte le forze politiche ad uno scatto di responsabilità istituzionale, sia nelle forze di maggioranza sia in quelle di opposizione.

Come sa chi mi conosce, non ho mai preso le parti di nessuno schieramento: mi sono limitata, di volta in volta, ad appoggiare quei provvedimenti, soprattutto nel settore dell’istruzione, che ritenevo andassero a vantaggio degli studenti, delle famiglie, dei docenti. Ho collaborato, posso dirlo in scienza e coscienza, lealmente, con Ministri provenienti da tutte le aree politiche: le onorevoli Ministre Maria Stella Gelmini, Stefania Giannini, Valeria Fedeli, il prof. Patrizio Bianchi. Ora, negli ultimi mesi, il Ministro Valditara cosa ha fatto, da quando è giunto in viale Trastevere, se non spendersi per ridare dignità e autorevolezza al lavoro degli insegnanti, per riportare nella scuola un certo ordine, per far sì che la scuola possa tornare ad essere un vero ascensore sociale, come è sempre stato, dando agli studenti provenienti da situazioni economiche più svantaggiate la possibilità di raggiungere i più altri livelli dell’istruzione? Scelte, quelle del Ministro Valditara, perfettamente in linea con il dettato costituzionale.

Si è voluto intravedere, persino nel nuovo nome del Ministero, un tentativo di restaurazione fascista. La parola merito è stata fatta oggetto di interpretazioni false e divisive, come se l’intento del Ministro fosse quello di punire i non meritevoli. Niente di più lontano dalla realtà dei fatti. Per merito si intende dare ad ogni studente la possibilità di fare bene, di mettere a frutto le proprie capacità. Non a caso grande attenzione è stata puntata sull’orientamento, sulla scelta della Scuola Secondaria di Secondo Grado. In una sua recente intervista, inoltre, il Ministro ha riferito di essere rimasto piacevolmente colpito e ammirato in occasione di una visita presso una scuola lombarda il cui requisito di accesso per gli studenti è l’aver perso almeno due anni di scuola: questi ragazzi, posti ai margini, possono godere di una possibilità di riscatto e, grazie al lavoro dei docenti e degli esperti, escono con competenze spendibili nell’immediato. Questo è quello che il Ministro intende per merito. Un inciso: sono scuole come questa visitata dal Ministro la vera eccellenza della scuola italiana, non quegli Istituti che pongono come requisito di accesso la media dei voti conseguita dallo studente in 2^ Secondaria di 1° Grado, sfruttando e beandosi del lavoro fatto dagli altri. Ma è solo un inciso…!

Ancora una considerazione. La politica, certamente, ha le sue responsabilità in questo innalzamento dei toni e della polemica. Dall’altra parte, però, tanta parte del mondo della scuola, dirigenti, docenti e sindacati, è corresponsabile di questi toni così esasperati ed esasperanti. Sono nel mondo della scuola ormai da anni, ho tante conoscenze di genitori con figli alla Scuola Secondaria di 2° grado: so bene che ci sono tanti insegnanti che fanno della cattedra il loro pulpito da comizio elettorale, che usano il voto come strumento di ricatto, che lo studente che non partecipa all’assemblea o alla manifestazione non otterrà valutazioni superiori a 7/10, ancora che ci sono docenti che presentano i contenuti disciplinari senza alcuna obiettività storica. E’ giusto tutto questo? Fermiamoci tutti: ogni settore della società riscopra se stesso e, soprattutto, riscopra le ragioni fondanti del proprio ruolo.

La politica pertanto riscopra il suo essere per il cittadino, la scuola riscopra il suo essere per lo studente. La società riscopra il significato della parola democrazia all’interno della quale si accetta il risultato elettorale, l’avversario non è un nemico, l’idea non diventa ideologia. E’ necessaria una nuova e motivata coerenza, una nuova etica nella politica. Non solo non si finanziano illegalmente i partiti, ma si rispetta un codice di comportamento, pur nella legittima dialettica. Chissà che una scuola nuova, liberamente scelta dai genitori, una scuola aperta alle diverse realtà benefiche operanti sul territorio, unita ad una politica diversa siano le due premesse al cambiamento e alla fine della violenza e delle minacce. Sic Deus nos adiuvet!

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