Dopo Robert Morlino, un altro vescovo statunitense ha scritto ai fedeli della sua diocesi affrontando in modo schietto la questione degli abusi sessuali e in particolare quanto emerso dal rapporto del Gran giurì della Pennsylvania. Si tratta di Robert Baker, dal 2007 vescovo di Birmingham, in Alabama, che ha pubblicato la sua lettera il 20 agosto, esprimendo tutto il suo dolore per le notizie su «decenni di seri e rivoltanti tradimenti da parte di coloro che sono consacrati nel ministero ordinato». Secondo Baker, che è cosciente dell’altissima dignità del sacramento dell’Ordine («nessun essere umano è meritevole di una così alta chiamata» e i consacrati devono celebrare i sacramenti «modellando le loro vite sul mistero sacrificale della croce di Gesù Cristo»), il male commesso da «gerarchi, preti o diaconi» è «orribile, straziante e assolutamente intollerabile».
Il vescovo ritiene che la Carta di Dallas del 2002, sebbene utile per alcune problematiche relative agli abusi sui minori, non abbia toccato in modo chiaro «le più grandi questioni che stiamo affrontando in questa nuova serie di rapporti». Per Baker non è casuale che tutto ciò emerga nel 50° anniversario dell’Humanae Vitae, l’enciclica profetica di Paolo VI, e afferma che la risposta a questi scandali si trova in «qualcosa che non sentiamo abbastanza spesso: Virtù. Più specificamente, qualcosa di cui sentiamo parlare ancora meno: Castità. […] è una virtù che evidentemente è stata troppo di frequente abbandonata per i poteri del mondo, della carne e del diavolo all’interno del ministero ordinato della nostra Chiesa. Questa è la più grande tristezza di tutte; e quando ciò si combina con il narcisismo, l’orgoglio e l’abuso di potere, si ottiene la tempesta perfetta che vediamo oggi».
Dopo aver fatto un parallelo con la situazione ai tempi di san Francesco di Sales (1567-1622), che rivolgeva parole di fuoco sia ai responsabili di scandali sessuali («sono colpevoli dell’equivalente spirituale dell’omicidio») sia a coloro che li consentivano («sono colpevoli di suicidio spirituale»), il vescovo americano spiega: «La differenza che vediamo oggi sta nella natura della lussuria. Oggi siamo costretti ad affrontare la tragica rivelazione di un sacco di accuse di comportamenti e abusi prevalentemente omosessuali. Il Gran giurì della Pennsylvania non ha edulcorato i dettagli quasi pornografici degli atti commessi dal clero; e questi ci portano tutti a lacrime di pentimento e di preghiera».
Baker ricorda quanto fatto nella sua diocesi per salvaguardare i bambini, dal programma di protezione della gioventù al consiglio di revisione diocesano composto da fedeli laici, e aggiunge che in conseguenza degli scandali «alcuni sono stati ingiustamente attaccati mentre indossavano i colletti da sacerdote nei luoghi pubblici» (o addirittura in sacrestia, come riferisce Life Site News riguardo all’incolpevole padre Basil Hutsko, sbattuto violentemente a terra da un aggressore che gli ha urlato: «Questo è per tutti i bambini!»).
Il vescovo di Birmingham esorta quindi i fedeli a unire le forze per combattere, con i mezzi di Dio, tutta questa malvagità. «Non possiamo consentire che questi scandali distruggano la nostra fede. Noi, come diocesi, non possiamo più essere colpevoli di suicidio spirituale […]. Tutti noi dobbiamo rivolgerci al Pane della Vita per il nostro nutrimento. Solo ritornando alla preghiera e alla penitenza, e vivendo una vita di virtù sacrificali, immersi nei sacramenti della Chiesa, abbiamo una possibilità contro i grandi mali del nostro tempo. Per favore, considerate di offrire almeno un’ora a settimana di Adorazione Eucaristica, o più, per pregare per la nostra Chiesa e il suo clero». Da qui la chiamata a un’autentica trasformazione: «Quello a cui stiamo guardando è il rinnovamento e la conversione, una più profonda comprensione di ciò che significa essere discepolo di Gesù Cristo e un missionario, che cosa significa essere un cristiano, cosa significa essere devoti a Gesù Cristo, focalizzando totalmente le nostre vite su di Lui, cosa significa fissare i nostri occhi solo su Nostro Signore Gesù Cristo – perché distogliere gli occhi da Gesù porta all’egoismo, al peccato, allo scandalo».
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