Tranquilli, molto presto torneranno a raccontarci che il problema sono «le destre», Orbán, i ragazzini ripresi di nascosto da Fan Page, E.T. e Pietro Gambadilegno: questione di tempo. Intanto però i signori dell’establishment, da ieri, hanno una bella gatta da pelare: non solo Donald Trump è sopravvissuto ad un attentato in Pennsylvania (dove ci sono stati feriti ed è rimasto ucciso un ex capo dei vigili del fuoco), ma ne è uscito da leone, immortalato in foto da antologia mentre, insanguinato, si rialza per incitare la folla dei suoi supporter urlando a più riprese «Fight!» (lottate!). Una scena che ha già cambiato la sua campagna elettorale e che ha dato una grana immensa all’establishment internazionale, specie ai democratici Usa che, tu guarda le coincidenze, da giorni erano in panne dopo che il mondo si è accorto delle condizioni pietose di Joe Biden, il presidente uscente raccontato da anni come uno che scoppiava di salute fino a che, al primo dibattito tv, la realtà geriatrica si è imposta in tutta la sua evidenza.
«L’assassinio politico, spesso utilizzato negli Stati Uniti», ha scritto Germano Dottori – consigliere scientifico di Limes e collaboratore del nostro mensile cartaceo -, «è ormai l’unico modo che hanno i suoi avversari per eliminare Trump. È ora ancora più essenziale che Trump scelga un vice jacksoniano come lui, e non un neoconservatore, se vuol vivere e governare». Parole sulle quali riflettere e che rafforzano la sensazione che quanto è avvenuto in Pennsylvania sia l’esito di qualcosa che, incredibilmente, si è “lasciato fare”. «I tiratori dei servizi segreti erano in posizione, ma nessuno ha pensato a mettere sotto controllo l’unico tetto così vicino al punto da cui parlava Trump? La leggerezza è incredibile», ha notato Scenarieconomici.it. La leggerezza è stata notata pure da un testimone sul posto, che ha dichiarato alla Bbc d’aver informato la polizia e i servizi segreti di un uomo sospetto su un tetto con un fucile: stranamente non è stato ascoltato.
Chissà, forse i servizi di sicurezza avranno pensato che, siccome il ventenne Thomas Matthew Crooks «era registrato come elettore repubblicano» – come continuano ossessivamente a ripetere i media mainstream -, era salito su un tetto vicino a dove parlava Trump con un fucile semiautomatico AR-15 per la caccia alla quaglia. Tutto può essere. Sta di fatto che, da un po’ di tempo, ai cattivoni invisi a certe élite le cose vanno storte: il premier Robert Fico è stato ferito quasi a morte – con il suo attentatore subito presentato al mondo come un «poeta» -, il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli Esteri di Teheran sono precipitati in elicottero, l’allora candidato presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, si era beccato una coltellata. Se a ciò si aggiunge che recentemente anche la scorta Viktor Orbán è rimasta coinvolta in un grave incidente, si comprende come in questo clima un attentato a Donald Trump (il cui staff pare avesse chiesto più sicurezza, senza ottenerla) fosse nell’aria.
Attenzione, non si sta affermando che dietro il ferimento del Tycoon vi sia una regia occulta (il che potrà pure essere, ma non è provato). Ciò su cui invece si vuole richiamare l’attenzione perché invece è provatissimo, riprendendo Dottori, è che «l’assassinio politico» è «spesso utilizzato negli Stati Uniti», per cui certamente la sparatoria di Thomas Matthew Crooks è stata anche l’esito d’un clima d’odio politico pesantissimo. O forse vogliamo raccontarci che sia stato positivo che, dopo il disastroso dibattito tv, Joe Biden abbia detto: «Basta parlare del dibattito, è ora di mettere Trump nel mirino»? Possiamo davvero credere che non abbiano avuto un peso, negli Stati Uniti, i ripetuti accostamenti di Donald Trump ad Hitler? Possiamo seriamente ritenere che non siano pericolose frasi come quelle uscite sul Washington Post: «Ogni giorno che passa, diventerà sempre più difficile e pericoloso fermare Trump con qualsiasi mezzo, legale o illegale»?
Il fatto che una star internazionale del cinema come Johnny Depp abbia pubblicamente scherzato sull’uccisione di Trump era davvero accettabile? Prima di dover raccontare la realtà, la Cnn – un faro del giornalismo equilibrato, per i sognatori che ancora la reputano tale – è stata capace di raccontare che il Tycoon in Pennsylvania era «caduto» («He falls at rally»), rendiamoci conto… E rendiamoci conto che, nonostante fatti simili, c’è chi continuerà a raccontare che questo attentato mica è frutto di odio politico, macché, si tratta solo d’un singolo episodio. I problemi veri, infatti, secondo una vulgata che purtroppo ha fatto da tempo breccia nel mondo cattolico, sono i sovranismi e i nazionalismi, l’euroscetticismo, magari il premierato meloniano…E se Donald Trump si becca qualche pallottola, dai, che volete che sia. Cose che succedono. Perché nella mentalità progressista si può vedere l’odio ovunque, fuorché nel posto più vicino: guardandosi allo specchio. (Foto: Screenshot: Fox News, YouTube)
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