Zöfra è una sigla che sta per “Associazione svizzera delle donne toccate dal celibato dei preti” e offre consulenza e aiuto alle donne, appunto, che vivono un legame sentimentale con un sacerdote. Come spiegava in’intervista poco tempo fa la presidentessa e portavoce, Gabriella Loser Friedli, «ogni mese si rivolgono a noi due o tre nuove donne che richiedono il nostro aiuto. Attualmente ci occupiamo di una rete di circa 480 casi. Il numero è più che raddoppiato nel giro di dieci anni. Inoltre ci sono molti sacerdoti che vivono di nascosto delle relazioni. Da noi arrivano solo persone che hanno problemi molto gravi, che non sono più in grado di risolvere da sole. Sulla scorta della mia esperienza, maturata nella Zöfra, direi che meno della metà dei preti vive il celibato come dovrebbe se seguisse la disciplina cattolica romana».
«Noi abbiamo sempre chiesto ai vescovi di permettere ai sacerdoti ridotti allo stato laicale di poter continuare a lavorare nella Chiesa. Quello è l’ambiente nel quale essi possono dare un contributo e nel quale possono più facilmente lavorare. Inoltre abbiamo chiesto alla Conferenza episcopale svizzera di creare un fondo che permetta di erogare crediti a tasso zero per finanziare la riqualificazione professionale dei preti che hanno deciso di lasciare il loro lavoro».
«Non vogliamo il matrimonio per i preti cattolici. Non è il nostro obiettivo. Chiediamo però che ci siano delle misure accompagnatorie concrete per chi si ritrova in queste situazioni. Chiediamo che i preti innamorati non siano abbandonati a sé stessi».
A questo riguardo, così si leggeva mercoledì scorso sulla sezione in lingua tedesca della Radio Vaticana:
«Per la prima volta dopo anni i vescovi svizzeri hanno ricevuto le partner dei sacerdoti. L’incontro si è svolto lunedì a Friburgo “in un’atmosfera cordiale e di attenzione” ha detto all’agenzia Kipa una portavoce dell’associazione delle donne toccate dal celibato dei preti, Zöfra. L’invito è arrivato dal presidente della Conferenza episcopale svizzera, il vescovo Markus Büchel. Erano presenti anche il vicepresidente Charles Morerod e l’arcivescovo di Basilea Denis Theurillat. Che una delegazione di una Conferenza episcopale accolga una realtà come Zöfra è un fatto “unico” ha detto la portavoce Gabriella Loser Friedli, secondo la quale i vescovi normalmente non reagiscono alle lettere di associazioni che si occupano dello stesso tema. Per Zöfra è stato il primo colloquio dal 1997. Ciò che ha portato a un nuovo incontro è stato, sempre secondo Loser Friedli, l’elaborazione della Chiesa sugli abusi commessi. All’appuntamento, ha continuato la portavoce, non si è voluti arrivare con un catalogo di rivendicazioni, ma si è svolta una disamina dei vari aspetti del problema. “Credo che sia cambiato qualcosa di fondo” ha detto Loser Friedli. Per lungo tempo i vescovi avrebbero mostrato poco rispetto il lavoro di Zöfra, mentre oggi ne riconoscono il valore. Una delle richieste avanzate è stata quella di avere un punto riferimento all’interno della Conferenza episcopale. Il vescovo Büchel ha promesso di portare il tema alla prossima assemblea dei vescovi. Inoltre Zöfra ha espresso il desiderio che i vescovi tolgano alcune restrizioni ai preti ridotti allo stato laicale a motivo della relazione con una donna e concedano loro spazi per un impegno pastorale».