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L’artista canadese Cèline Dion canta con noi ed è viva grazie a un sacerdote cattolico
NEWS 26 Novembre 2015    

L’artista canadese Cèline Dion canta con noi ed è viva grazie a un sacerdote cattolico

L’aborto volontario è sempre un crimine ed una sconfitta, sia per chi se ne rende responsabile, sia per l’umanità intera.

Chi sopprime il figlio o la figlia che ha nel proprio grembo priva il mondo di una vita, di una persona, di un essere unico ed irripetibile, che magari potrebbe dare molto alla società.

A tal proposito, Religión en Libertad cita la storia di Céline Dion. La celebre cantante è l’ultima di quattordici figli ed è viva grazie ad un sacerdote.

Quando infatti, nel 1967, sua madre Teresa si accorse di essere nuovamente incinta dopo ben 13 gravidanze, pensò di abortire, perché la sua famiglia, già numerosa, era povera e un altro figlio proprio non avrebbe potuto “permetterselo”. Teresa si confidò con un sacerdote, che però la convinse ad accettare quella nuova vita e a non ricorrere all’aborto.

E così, il 30 marzo 1968, nacque Céline Dion, divenuta poi la cantante che tutti conosciamo.

In una vecchia intervista, la Dion ha confessato di dovere la vita a quel prete, che seppe dire una parola buona e di incoraggiamento a sua madre.

Cosa sarebbe successo se, invece di quel sacerdote, Teresa fosse andata in un nostro attuale consultorio? Generalmente, quando una donna decide di abortire, lo fa immersa in uno stato di crisi, che non le permette di analizzare bene la situazione e di considerare possibili soluzioni. L’eventuale aborto della madre di Céline sarebbe stato senza dubbio ritenuto legittimo per ragioni socio-economiche o anche per motivi di salute psichica. E questo accade perché la nostra società è sempre di più imbevuta di individualismo, sicché una donna incinta ed in difficoltà, invece di essere aiutata e sostenuta dalla comunità, viene abbandonata a se stessa. 

Oltretutto, nella fattispecie, se Teresa avesse abortito oggi non potremmo godere della splendida voce di Céline Dion e di canzoni come “My heart will go on“. Lo stesso dicasi di Beethoven, anche lui inizialmente non voluto da sua madre a causa della povertà in cui versava. Ma la soluzione non è mai uccidere un innocente.

La paura e le difficoltà sono sempre momentanee e ci può essere sempre un cambiamento improvviso che migliora la propria condizione. La vita umana, invece, è unica e insostituibile: una volta soppressa, su questa terra non può più essere ricostruita.