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L’arte sacra di Daniel Mitsui, come unire bene tradizione e novità  (farlo male infatti è facilissimo)
NEWS 3 Febbraio 2016    

L’arte sacra di Daniel Mitsui, come unire bene tradizione e novità (farlo male infatti è facilissimo)

di Zoe Romanovsky

 

Si può essere tradizionalisti e innovatori allo stesso tempo? L’opera di Daniel Mitsui suggerisce di sì. Artista delicato specializzato in pittura a inchiostro su carta e pelle di vitello, fin da quando era molto giovane Mitsui è attirato da tutto ciò che assomiglia all’arte medievale e ritiene il gotico il migliore esempio di un’arte eseguita in base ai principi cattolici.
Mitsui, che vive a Chicago con la moglie Michelle e i loro tre figli, ha conseguito una laurea breve presso il Dartmouth College nel New Hampshire, dove ha studiato varie tecniche artistiche, concentrandosi soprattutto sulla pittura a inchiostro e sull’incisione. Ha anche lavorato agli stili moderni e ha pensato di perseguire una carriera nei fumetti o nell’animazione di film.

Verso la fine del primo anno di università, Mitsui, che non era stato battezzato e non era stato allevato in alcuna religione ma aveva sempre avuto fede e si considerava cattolico, ha parlato con un sacerdote del Battesimo. Nel 2004 è stato accolto nella Chiesa durante la Veglia di Pasqua. Questo lo ha spinto a rivedere il suo interesse per l’arte religiosa. Oggi inserisce elementi di stile giapponese nella sua opera e crea splendide pagine da colorare per bambini e adulti.

L’apertura di Mitsui alla bellezza che trova in vari stili artistici e il suo desiderio di offrire a Dio il meglio fanno sì che dalla sua penna escano immagini insolite e bellissime. L’artista ha parlato con Zoe Romanowsky di Aleteia del suo lavoro e del suo percorso artistico.

Ci può parlare un po’ del suo percorso artistico? Lavora prevalentemente su commissione?

Quasi tutti i disegni che realizzo sono commissionati privatamente. Ricevo abbastanza richieste da poter essere selettivo su ciò che accetto. In genere, quindi, lavoro su progetti che si allineano ai miei interessi. Declino le commissioni più secolari.

Una commissione inizia con una discussione sul contenuto, sulle dimensioni e sui materiali. Per un soggetto religioso, in genere c’è una tradizione stabilita nell’arte, o nell’esegesi o nella liturgia. Durante la ricerca relativa, viene in mente una composizione. Non faccio quasi mai schemi preparatori. Piuttosto, inizio a lavorare subito con il disegno finale.

L’ordine della pittura, in genere, è matita, poi penna nera e schizzi a inchiostro, poi riempire le zone scure con inchiostro e pennelli. A volte mi fermo lì. Altrimenti, procedo aggiungendo i colori medi, poi quelli più leggeri, poi oro e palladio.

Le mie opere preferite sono quelle che ho finito di recente. Due delle quali sono particolarmente soddisfatto illustrano la Messa miracolosa di San Gregorio e il Sacro Cuore.

In un articolo che ha scritto per Adoremus Bulletin, ha detto che la sua influenza artistica più forte è l’arte religiosa dell’Europa medievale. Cosa l’attira dell’arte di quel periodo?

Il mio punto di vista sull’arte religiosa – e in realtà su tutto – è tradizionalista; ciò significa che credo che ci sia un contenuto oggettivo nell’arte religiosa conoscibile dal modo in cui le cose sono state fatte in passato. Il più grande merito dell’arte medievale è che onora questo contenuto.

Nell’arte definita gotica, le tradizioni sono presentate con vigore. Gli artisti gotici riuscivano ad essere sia fedeli che creativi. L’esegesi patristica informa ogni composizione, e l’ordine teologico e liturgico è ovvio. Ma l’arte gotica non assomiglia a niente di precedente; i suoi ideatori non hanno imitato un precedente antico. È sorprendente la rapidità con cui sono riusciti a destreggiarsi con nuove tecnologie e nuovi mezzi, come la scultura monumentale e le vetrate, e la rapidità con cui la loro influenza si è diffusa nei Paesi cattolici.

Non penso al gotico come a un semplice stile storico tipico di un certo luogo e tempo, il che lo renderebbe una cosa assai noiosa. Piuttosto, penso al gotico come al migliore esempio di un’arte realizzata in base ai principi cattolici – principi che sono costantemente veri. Paradossalmente, visto che l’arte gotica è tipica del cristianesimo, può comunicare particolarmente bene con l’arte di altre culture tradizionali; il contenuto religioso essenziale è protetto, e lo stile è definito da qualcosa di diverso rispetto a un confine cronologico o nazionale.

Nel 2010, un sacerdote le ha affidato il compito di dipingere San Michele Arcangelo nello stile di una xilografia giapponese, il che l’ha spinta a conoscere maggiormente l’arte dell’Asia orientale. C’è qualcosa che l’ha sorpresa su ciò che ha imparato, e in che modo questo stile sta ora influenzando la sua opera?

Sono rimasto sorpreso soprattutto da quanto siano diventati popolari questi disegni; non mi aspettavo di realizzarne più di uno. Ora sto concentrando i miei sforzi sull’integrare elementi dello stile giapponese in tutta la mia opera piuttosto che inserirli solo occasionalmente. Mi piace soprattutto come viene trattata l’ombra nelle xilografie giapponesi, in modo molto tenue o addirittura assente, più che la consistente ombreggiatura che si vede nella maggior parte delle xilografie europee.

Cosa le piace del fatto di mescolare varie forme artistiche? Come sa cosa funziona e cosa non funziona a livello estetico?

I miei dipinti sono molto precisi, con limiti definiti in modo netto. Tendo a limitare le mie influenze a forme artistiche condividono questa caratteristica, perché è più probabile che queste forme di arte si armonizzino bene.

Ha detto che realizzando i disegni religiosi cattolici nello stile giapponese si è reso conto del fatto che stava tentando cose che per quanto ne sapeva non erano mai state fatte prima. Questo l’ha messa in discussione o era emozionato per il fatto di realizzare qualcosa di nuovo?

Il mio punto di vista è tale che non ritengo la novità eccitante in sé. Avevo seri dubbi sulla proprietà di questi disegni, ma ci ho pensato molto, e credo che siano giustificati; possono essere realizzati nel vero spirito dell’arte medievale.

Ci può dire qualcosa di un progetto a cui sta lavorando attualmente o che ha appena concluso?

Il Sacro Cuore è stato una commissione particolarmente interessante. La mia committente mi ha sfidato a realizzare questo disegno perché non riusciva a trovare un’immagine del Sacro Cuore che le piacesse davvero; riteneva quelle più popolari incredibilmente inopportune. E sono d’accordo. Ammetto di aver rimandato il fatto di ospitare il Sacro Cuore a casa mia perché non voglio appendere al muro un brutto quadro.

Ho deciso di ricollegare questa devozione alle sue prime espressioni medievali. L’incisione del Sanctus Salvator del 1467 del maestro E. S. è servita da modello per la postura e le vesti di Cristo. Il mio modo di presentare la figura ha più in comune con l’arte giapponese e le illustrazioni dell’Art Nouveau, perché disegno con linee di spessore uniforme ed evito l’ombreggiatura.

In questo caso, mi sono limitato ai colori scuri e al nero, lasciando tutto il resto bianco. Mi è venuta l’idea di questo schema cromatico guardando le decorazioni dei manoscritti italiani del XV secolo. Questa è forse l’unica influenza diretta del Rinascimento italiano nella mia arte! Le lettere e la decorazione si basano sugli arazzi fiamminghi.

Nelle sue più antiche rappresentazioni, il Sacro Cuore è piatto, semplice e simmetrico. Gli artisti successivi gli hanno dato più dimensioni e dettaglio, ma senza renderlo accurato a livello anatomico. Penso che il loro risultato sia artisticamente disastroso: una cosa simile a una grande fragola gocciolante con un tubo che si proietta dalla sua cima. Qui io ho fatto l’opposto: ho iniziato con la forma di un cuore reale e poi l’ho ridotto a un emblema stilizzato. Ho posto l’emblema in una cornice a forma di trifoglio. La Corona di Spine riempie tutto lo spazio tra il contorno del cuore e la cornice.

Gli animali che appaiono nell’aureola di Cristo includono cavalli, squali a livello embrionale, ornitorinchi, camaleonti, uccelli lira e un pangolino. Qui promuovo un altro dei miei progetti artistici a lungo termine: l’applicazione della visione di Dio nella natura (uno dei principi più importanti dell’arte medievale) alla conoscenza contemporanea della natura. Negli animali scelti in questo caso, vedo dei simboli di universalità; rappresentano tutta la creazione che adora il suo Dio. I camaleonti, ad esempio, sembrano contenere in sé tutti i colori, e gli uccelli lira tutti i suoni.

Gli album e i libri da colorare per adulti sono diventati una moda – perché, a suo avviso? Prevede di ideare libri da colorare con le sue immagini religiose per adulti e bambini?

Non ho seguito la moda abbastanza da rendermene conto. Ho deciso di rendere le mie opere disponibili da colorare non per via della moda, ma per la scarsità di materiale offerto dagli editori cattolici e dalle risorse di studio domestico. Questi fogli possono essere scaricati dal mio sito web, e sicuramente non ho alcuna obiezione a che vengano usati dagli adulti! Non penso che dovrebbero esserci due tipi diversi di album da colorare, uno con opere d’arte sofisticate per gli adulti e l’altro con opere d’arte “insipide” per i bambini. Credo che chiunque, indipendentemente dall’età, dovrebbe poter usufruire di buone opere d’arte.

Quale sarà il suo prossimo passo?

Il mio obiettivo è creare manoscritti miniati completi e pubblicarne delle versioni come libri stampati. Mi piacerebbe illustrare la Liturgia delle Ore, la guida devozionale fondamentale per i laici istruiti nel XIV e XV secolo.

Quanto alle opere minori, sono impaziente di accettare commissioni per dipingere l’Atrocità dell’Inferno, Santa Veronica, la Testa di San Giovanni Battista e tutto ciò che è collegato alle visioni di Santa Ildegarda di Bingen.

In generale, sto lavorando per integrare i vari tipi di arte che ammiro in uno stile personale che sia ancora fondamentalmente gotico. Vorrei anche dare un trattamento più consapevole al mondo naturale – sviluppare un modo personale di illustrare i pini o il basalto, la nebbia o il sole. Vorrei imparare qualcosa da Hieronymus Bosch, uno dei miei artisti preferiti il cui lavoro penso sia oggi particolarmente rilevante. E vorrei studiare il simbolismo dei numeri che ha affascinato esegeti come Sant’Isidoro di Siviglia e Ugo di San Vittore, e trasferirlo nelle mie opere.

 

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]