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L’arma della preghiera
NEWS 17 Dicembre 2023    di don Giorgio Bigazzi

L’arma della preghiera

III Domenica di Avvento

In questa terza domenica di Avvento, risuona subito alle nostre orecchie il bellissimo invito dell’antifona d’ingresso: “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi. Il Signore è vicino”.

Noi che abbiamo avuto la grazia di conoscere l’Amore di Dio non dobbiamo mai permettere alla tristezza di invadere il nostro cuore, in quanto sottile arma che il diavolo usa per allontanare l’anima dal cammino della Fede, portandola talvolta allo scoraggiamento o, peggio, alla disperazione.

Naturalmente noi abbiamo molte potentissime armi che il Signore, nella sua infinita misericordia, mette a nostra disposizione: la preghiera è una di queste!

Abbiamo sentito nella seconda lettura di oggi, l’accorato appello di san Paolo: “Pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie”.

In questo dobbiamo prendere esempio da Gesù stesso, quando “Stava in preghiera, o ancora quando “Si ritirava in preghiera”. Egli si metteva alla presenza del Padre, stava con Lui, parlava con Lui.

È proprio pregando che noi siamo alla presenza del Signore, perché in quel momento apriamo a Lui il nostro cuore e lasciamo che vi entri, di più che lo trasformi.

Vediamo allora come l’essere realmente in preghiera vuol dire unire liberamente la nostra volontà a quella di Dio, desiderare ciò che Lui vuole da noi.

Non dobbiamo però dimenticare quando si affronta il fondamentale discorso della preghiera, che la nostra vera patria è quella dei Cieli, dunque, anche se è giusto, bello e doveroso pregare per il “pane quotidiano” quindi per i bisogni di questa vita terrena, le necessità dell’anima devono avere la precedenza. È infatti vero che nella domanda di beni transitori nessuno può essere veramente sicuro di venire esaudito, perché anche se credesse che una determinata grazia potesse giovare alla sua vita, soltanto Dio che ci conosce in maniera perfetta e quindi meglio di noi stessi, sa che cosa può essere veramente vantaggioso sia per la vita terrena che per quella spirituale.

È inoltre giusto e vero che è dalla preghiera – cioè dal nostro stare con il Signore – che noi riceviamo la forza per osservare a lungo e pienamente la Legge di Dio, per evitare quelle gravi colpe – i peccati mortali – che ci privano della grazia e della amicizia con Lui, facendoci perdere di vista la luce della verità.

Un’ultima considerazione che spesso viene dimenticata o minimizzata è la preghiera in famiglia. È infatti nell’ambiente domestico che i bambini e i giovani dovrebbero comprendere l’importanza e la gioia di pregare e quindi della Fede.

I genitori e i nonni hanno dunque, di fronte al Signore, una grande responsabilità, perché è attraverso di essi che si trasmette l’importanza di accogliere l’Amore di Dio nel proprio cuore. Da qui la necessità, che dovrebbe animare tutte le famiglie cristiane, di recarsi la domenica e tutte le volte possibili al reale incontro con Gesù che si compie nel santo Sacrificio Eucaristico, centro della vita di ogni fedele.

Ancora sull’esempio di san Giovanni Battista che anche oggi ci viene nuovamente presentato nel santo Vangelo, tornano alla nostra mente le parole del Venerabile Pio XII: “L’orazione ha un sostegno efficacissimo, nella abnegazione di sé, nella penitenza e nella misericordia verso il prossimo. Questa verità è tanto chiara, quanto è certo che le opere buone sono un supposto essenziale di una degna e potente preghiera”.

Possiamo dunque concludere ricordando l’antico monito che recita: “L’uomo è grande solo quando è in ginocchio”.


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