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3.12.2024

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L’arcivescovo di Milano annuncia un rosario per la pioggia. Che arriva subito
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23 Giugno 2022

L’arcivescovo di Milano annuncia un rosario per la pioggia. Che arriva subito

Fortunata coincidenza, causalità; anzi, solamente una mera suggestione: allo scettico certo non mancheranno solidi appigli razionali, anzi razionalisti per spiegare l’accaduto. Eppure quanto successo nelle scorse ore a Milano è stato talmente significativo da guadagnarsi, udite udite, l’attenzione delle cronache laiche, se non laiciste. Questi, in breve, i fatti.

Colpito dalle conseguenze della siccità del periodo, martedì monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha annunciato di voler invocare l’acqua dal cielo tramite la preghiera. Più precisamente, il prelato ha fatto sapere che sabato si recherà di persone in tre distinte chiese di campagna dove, attraverso la recita del rosario, invocherà ancora la pioggia insieme ai fedeli.

«Desidero percorrere le terre del riso e del grano, le terre dei fossi e dei campi per invocare la Madonna della Bassa perché la provvidenza di Dio venga in aiuto alla nostra debolezza», ha annunciato l’arcivescovo, chiamando a raccolta i fedeli, sabato, per un «semplice pellegrinaggio», come si diceva, in tre chiese attorno a Milano per condividere l’«invocazione per il bene dell’acqua».

Ebbene, detto e fatto. Ma sì, perché Delpini non ha neppure avuto il tempo di mantenere l’impegno appena annunciato che subito, tra martedì e mercoledì, un paio di veloci temporali hanno rinfrescato l’aria della metropoli alleviando, almeno in parte, le sofferenze di agricoltori e allevatori lombardi. Non si può dunque purtroppo dire che la siccità sia vinta e, meno ancora, che lo sia il riscaldamento globale.

Tuttavia, la sbalorditiva prossimità tra l’annuncio dell’arcivescovo di Milano e il manifestarsi di un po’ di attesissima pioggia in quella che è la capitale economica d’Italia – inutile dirlo – colpisce. Naturalmente, non ci sono al momento elementi sufficienti per gridare al prodigio né al miracolo. L’eccezionalità del fatto però è indubbia e porta a considerare come questa, a ben vedere, possa essere l’ennesima prova dello “stile di Dio”.

Un Dio che – salvo che nei casi eccezionali dei miracoli – preferisce operare nella penombra, e cioè appartato, con segni evidenti ma non troppo, che non turbino i non credenti ma che, al tempo stesso, diano conforto ai credenti. Per questo, anche se l’afa estiva e la stessa siccità sono per lo più al loro posto, è difficile escludere che qualcuno, dinanzi all’arrivo dei temporali milanesi dopo l’annuncio di Delpini, possa essere rimasto colpito.

E se anche uno solo, in tutta la metropoli, dinnanzi a questo segno avesse – pur magari lontano dalla pratica religiosa – deciso di ringraziare Dio, ecco che verosimilmente Egli avrà raggiunto il fine sperato, almeno in parte. Dopotutto, non ci si deve dimenticare che, come esiste una siccità climatica e agricola, ne esiste anche una anche dello spirito, probabilmente più arida e disastrosa ancora. Ed è anzitutto quest’ultima che, Colui che è amore, intende da oltre 2000 anni contrastare.

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