Segnatevi questo nome, perché la sua missione nella battaglia escatologica è appena agli inizi: parliamo di padre Pio Dellepiane (1904-1976), sacerdote professo dell’Ordine dei Minimi, uno dei 12 nuovi Venerabili proclamati ufficialmente il 21 maggio scorso con un decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, dopo che papa Francesco ha autorizzato il riconoscimento delle sue virtù eroiche.
Il suo nome è legato strettamente a quello di un padre Pio ben più famoso, il santo da Pietrelcina (1887-1968), del quale fu un vero e proprio gemello nello spirito, condividendone la tenera devozione alla Madonna, la partecipazione alle sofferenze di Gesù, l’idea che i bambini hanno un ruolo fondamentale nel disegno salvifico di Dio. Proprio da questa idea, che ha le sue radici nelle Sacre Scritture ed è confermata da molte delle ultime apparizioni mariane, nasce la più grande eredità spirituale che padre Pio da Pietrelcina (“i bambini salveranno il mondo”, ripeté più volte) e padre Pio Dellepiane ci hanno lasciato: l’Armata Bianca, l’associazione ecclesiale che ha per suo fine primario la consacrazione dei bambini a Dio per le mani di Maria e per suo fine ultimo l’instaurazione del Regno di Cristo.
Ma quando è nata concretamente l’Armata Bianca e quale ruolo ha avuto padre Pio Dellepiane? Il sacerdote dei Minimi, che trascorse buona parte della sua vita religiosa a Rimini e Roma (il suo corpo riposa nella Basilica di Sant’Andrea delle Fratte), aveva stretto una profonda amicizia con san Pio, che lo aveva ascoltato in confessione a San Giovanni Rotondo e aveva capito di trovarsi davanti a un’anima prediletta. Il cappuccino con le stimmate ammirava a tal punto Pio Dellepiane che ai romani che arrivavano fino in Puglia pur di confessarsi con lui diceva che a Roma avevano un sacerdote ben più santo. Quando padre Pio da Pietrelcina morì, il Dellepiane vegliò a lungo in preghiera sulla sua salma. Fu in quell’occasione che conobbe un altro sacerdote cappuccino, allora appena trentatreenne, di nome Andrea D’Ascanio (1935), che in quei momenti di veglia sul corpo di san Pio si sentiva smarrito per aver perso un così grande padre spirituale. In realtà, la Provvidenza aveva appena iniziato a svelare i suoi piani.
Ad anni di distanza padre Andrea D’Ascanio raccontò così quel primo incontro con padre Pio Dellepiane, avvenuto la notte del 24 settembre 1968 (un giorno dopo la morte del santo da Pietrelcina): “Alla fine della veglia mi trovai accanto un anziano religioso, dallo sguardo dolcissimo e limpido, esile e quasi fragile nello scuro saio dei Frati Minimi. Umilissimo in ogni suo atteggiamento, riusciva a nascondere la sua fortissima personalità dietro una facciata di garbata ed amabile signorilità, oltre la quale era difficile penetrare. […] Quando mi disse il suo nome mi ricordai che mi avevano parlato di lui e ricordai il giudizio che Padre Pio da Pietrelcina ne aveva dato: Padre Pio Dellepiane? No, Padre Pio… delle vette! Solo dopo capii che in quella notte Padre Pio mi aveva fatto l’ultimo dono, il più grande, non lasciandomi orfano ma affidando la mia anima ad un altro Padre Pio, ad un altro se stesso”.
Negli anni seguenti i due si incontrarono spesso a Roma, dove padre Pio Dellepiane era divenuto superiore del convento della Madonna della Luce, e quasi a ogni incontro, ricordando le parole della Vergine ai pastorelli di Fatima, parlava della necessità di far pregare i bambini e di creare dei nidi di preghiera. Nel 1972 l’ormai anziano sacerdote chiese a padre Andrea di seguirlo a Fatima e lì gli fece celebrare una Messa sulla tomba del piccolo Francesco Marto e un’altra su quella della sorellina Giacinta, atto che per padre Pio Dellepiane segnò l’inizio ufficiale dell’Armata Bianca, sorta perciò sulle reliquie dei due santi pastorelli che con il loro “sì” avevano abbracciato la Volontà divina. In un altro pellegrinaggio, stavolta in Italia, prese la parola e disse: “I sacerdoti devono far pregare i bambini”. E poco dopo, rivolgendosi direttamente a padre Andrea, l’unico sacerdote presente, aggiunse serio: “È urgente e necessario… è già troppo tardi”.
L’11 febbraio 1973, anniversario della Madonna di Lourdes, padre Andrea costituì a Taranto il primo nido di preghiera dell’Armata Bianca, seguito presto da molti altri. Padre Pio Dellepiane, a dispetto della malattia, sostenne i primi decisivi passi dell’opera, sia con la preghiera sia con l’offerta delle sue sofferenze a Dio. “L’Armata Bianca salirà, salirà come un mare e invaderà il mondo”, profetizzava. “Perché possa realizzarsi il trionfo del Cuore Immacolato di Maria è necessario consacrare al Padre in Maria cinque milioni di bambini”. Ricordiamo che per i soli meriti di tre bambini – Francesco, Giacinta e Lucia – il Portogallo è stato risparmiato dalla Seconda Guerra Mondiale, esattamente come aveva promesso la Madonna nel 1917: “(Per voi tre) preserverò la vostra Patria dalla prossima guerra mondiale”.
Quanto potrà fare dunque la Madre celeste, scelta dall’eternità per schiacciare la testa a Satana, quando arriveremo a cinque milioni di bambini che si consacreranno a Dio per mezzo di lei e reciteranno il Rosario (“la mia arma” la chiamava san Pio)? È la consacrazione insegnata da san Luigi Maria di Montfort, che nei suoi scritti insegnava che Maria è la via più diretta e semplice per arrivare a Cristo e sarà lei che formerà “gli apostoli degli ultimi tempi”, fino all’instaurazione del regno del Figlio. È per questa fede che padre Pio Dellepiane, a ogni difficoltà che si presentava sulla strada dell’Armata Bianca, diceva sempre: “La Madonna… ci penserà la Madonna”. E raccomandava: “La Madonna, amate la Madonna, donatevi alla Madonna”. È la stessa raccomandazione fatta da Gesù in croce, al quale, dopo tre ore di spasimi, padre Pio Dellepiane rivolse le sue ultime parole terrene: “Tutto per la gloria di Nostro Signore Gesù Cristo”. Vale perciò la pena seguirne i consigli e fare nascere nuovi nidi di preghiera, cosicché sempre più bambini possano offrire le loro potentissime preghiere.
Per saperne di più: Sito ufficiale dell’Armata Bianca
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