Pubblichiamo di seguito un estratto dalla meditazione della Undicesima stazione della Via Crucis di padre Serafino Tognetti, contenuta nel libro Via Crucis, edizioni Il Timone, pag. 64, € 8,00
(…) Gesù conosceva da tempo la propria missione, sapeva bene che sarebbe stato sacrificato sull’altare della croce, e come agnello si comportò: non protestò, non aprì bocca, ma si stese sulla croce mite ed umile per essere “sgozzato”. Sapeva bene che quel suo sacrificio avrebbe tolto i peccati del mondo, e sopportò l’atrocità della prova perché per questo era venuto nel mondo. “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo”. Gesù non tolse i peccati con la predicazione, con i miracoli, con l’insegnamento, ma con il sacrificio della croce. “Dalle sue piaghe siamo stati guariti”, commenterà san Pietro (1 Pt 2,25) riprendendo il profeta Isaia (Is 53,5). Ed è proprio così. Non possiamo non considerare Gesù come Agnello che offre sé stesso, chiudendo la stagione dei sacrifici animali e aprendo quella della Grazia.
Da quel momento in poi, chiunque vorrà essere salvato dovrà avere a che fare con questo Agnello, che in terrà subì il trattamento previsto, ma che in Cielo viene onorato ed esaltato. Agnello era, Agnello rimane. Troviamo nell’Apocalisse: “Poi vidi in mezzo al trono un agnello come immolato. Intesi voci di molti angeli interno al trono. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: l’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza, onore, gloria e benedizione” (Ap 5,12).
L’opera di Dio è quella di ammettere gli uomini alla propria intimità e farli partecipi di un amore straordinario, di quel fuoco di divina passione che circola tra il Padre e il Figlio, e questo avviene perché Dio si è comportato da agnello, si è fatto prendere e uccidere, e amando i suoi crocifissori (noi tutti) ha cancellato la separazione invalicabile tra l’uomo e Dio. Infatti, proprio mentre lo crocifiggono, Gesù prega: “Padre, perdona loro”. (…)
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