di Bernardo Cervellera, P.I.M.E.
Col primo novembre 2015, il sito internet AsiaNews.it ha compiuto 12 anni. La rivista AsiaNews su carta era cominciata molto prima, nel 1986. L’agenzia on-line ha aggiornato e potenziato il messaggio già presente nella rivista: annunciare la verità e l’amore di Gesù Cristo ai popoli dell’Asia e allo stesso tempo costruire ponti fra l’oriente e l’occidente.
Pur essendo un’agenzia specializzata, continuiamo a rimanere stupiti dai circa 15mila visitatori unici che ogni giorno si collegano al nostro sito, per non parlare di tutti gli altri siti che condividono e rilanciano le nostre notizie. E questo non solo in Italia e in Europa, ma anche in America e soprattutto in Asia. Molti giornali, radio e tivu del Medio oriente, del subcontinente indiano e dell’oriente estremo diffondono le notizie e le esperienze che raccontiamo, partecipando in qualche modo alla nostra missione.
Rimane un punto di onore per noi il poter offrire quasi in tempo reale alle Chiese e alle società dell’Asia le parole di papa Francesco in inglese, cinese, spagnolo. Questa speditezza e precisione con cui diffondiamo le parole del papa e la testimonianza della Chiesa sono un modo particolare e importante di vivere l’invito di Francesco, della Chiesa “in uscita”. Questo “uscire” e dilatarsi del nostro lavoro trova sempre nuovi operai e collaboratori: vi sono missionari, vescovi e fedeli laici che si ispirano ai fatti di AsiaNews per comporre le loro omelie, o per pregare ogni mese per i cristiani perseguitati di cui la nostra agenzia dà notizia.
La persecuzione è quasi un segno dei tempi e non vi è situazione in Asia che non assista alle sofferenze, alle torture, al soffocamento dei cristiani. La nostra agenzia è sempre pronta a dare voce ai cristiani dell’Iraq, della Siria, dell’India, della Cina. Ma non dimentichiamo nemmeno altri gruppi etnici e religiosi che subiscono violenze: musulmani sunniti o sciiti, ahmadi, bahai, tibetani, uighuri, tribali, montagnards…
Denunciare le violenze contro cristiani e non cristiani non è sterile vociare, o uso ideologico, ma preghiera e domanda di impegno. Siamo ancora commossi per la gigantesca risposta venuta dai nostri lettori e amici all’appello per “Adotta un cristiano di Mosul”. In un anno sono stati raccolti circa 1,5 milioni di euro e questa somma, consegnata a vescovi e sacerdoti del Kurdistan, non viene da potenti organizzazioni, o ricchi finanziatori: essa viene dal dono anche piccolo di ogni persona che ha voluto patire almeno per un poco per alleviare le sofferenze di questi nostri fratelli e sorelle.
Le occasioni di fraternità sono state tante: i terremotati in Nepal, aiutando a ricostruire almeno qualche casa; gli studenti cinesi, ai quali si offre la possibilità di studiare all’estero; giovani sacerdoti indiani che devono affrontare situazioni di miseria estrema. E ora AsiaNews e il Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) si stanno attrezzando per rispondere alla richiesta di papa Francesco accogliendo quasi 100 migranti, siano essi profughi politici o no, vittime della guerra o della fame.
In un mondo segnato da così tante ferite non è possibile rimanere inerti. La nostra gioia è vedere che attraverso AsiaNews l’ignoranza, l’indifferenza, la superficialità sono vinti, creando nuovi legami di fraternità. Questo sguardo attento e partecipe ci fa vedere e comunicare anche i tanti segni di amore e speranza che resistono anche nelle situazioni più cupe: la madre irakena che dà alla luce il bambino nel campo profughi e sorride anche se non ha niente; la madre musulmana indonesiana che benedice suo figlio divenuto cristiano e prete; famiglie cristiane cinesi che accolgono bambini gettati via a causa della legge del figlio unico.
AsiaNews vuole essere anche un segno di speranza nel facile pessimismo e nell’immobilismo che ci circondano. Cari Amici, continuate a sostenerci e partecipate a quest’opera e a questa missione, fino a farla diventare la vostra vocazione. AsiaNews è già stata un aiuto per alcuni giovani a indirizzarsi nella via del sacerdozio missionario. Saremmo felici che sempre più giovani offrano non solo qualcosa, ma tutto se stessi perché la liberazione di Cristo sia annunciata.