Da quando è stata ribaltata la Roe v. Wade tante se ne sono dette, altrettante se ne sono fatte, ma un unico dato rimane oggettivo: più di 10.000 bambini non ancora nati sono vivi oggi. L’iniziativa #WeCount – un progetto di ricerca nazionale guidato dalla Society of Family Planning, un’organizzazione senza scopo di lucro che sostiene la ricerca sull’aborto e la contraccezione – ha riferito venerdì che ci sono stati 5.270 aborti in meno a luglio e 5.400 in meno ad agosto dopo la sentenza del 24 giugno che ha determinato la libertà degli Stati sulle politiche in materia di aborto. «Se questa tendenza dovesse continuare per i prossimi 12 mesi, prevediamo che più di 60.000 persone che necessitano di trattamenti per l’aborto non saranno in grado di ottenerli», ha affermato Alison Norris, professoressa di epidemiologia all’Ohio State e coautrice del rapporto, «uno shock per il sistema».
Da un articolo del New York Times risulta che l’aborto è sceso a zero negli Stati che hanno applicato divieti – come l’Alabama e il Mississippi -, ma di contro quelli in cui l’aborto è rimasto legale, come la Carolina del Nord (37%) e il Kansas (36%), hanno registrato un aumento. Ad agosto, sono stati eseguiti meno di 10 aborti in ciascuno dei seguenti Stati: Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Missouri, North Dakota, Oklahoma, South Dakota e Wisconsin. Laddove l’aborto è rimasto legale, alcuni fornitori di servizi per abortire hanno messo in atto tutte le forze possibili per garantirne l’efficienza.
Per citare qualche esempio, il personale della Whole Woman’s Health in Minnesota o Trust Women in Kansas hanno fatto volare, entro l’estate, medici da tutto il Paese per riempire i loro programmi, senza considerare l’ingente numero di persone che hanno chiesto di poter prestare servizi di volontariato. I ricercatori di #WeCount hanno scoperto che il numero di aborti offerti attraverso cliniche online è aumentato del 33% tra aprile e agosto. I fornitori virtuali di aborto, che possono prescrivere pillole abortive online negli Stati in cui è legale farlo, hanno anche aumentato i loro servizi di aborto farmacologico, con il rischio di incorrere nello smercio di farmaci fasulli o che non offrono informazione e supporto medico adeguati.
Mentre si rincorre il diritto all’aborto, le organizzazioni di ricerca pro vita hanno applaudito ai dati dei bambini salvati. «I risultati del progetto #WeCount confermano che le leggi pro vita salvano vite umane», ha detto Chuck Donovan, presidente del Charlotte Lozier Institute, il braccio di ricerca di SBA Pro-Life America, «non c’è niente come la nascita di un nuovo bambino, e queste leggi si tradurranno in quel miracolo ripetuto migliaia di volte».
E anche se la macchina dell’aborto continua senza sosta a produrre alternative che sussurrano alla donna un’unica soluzione possibile, alcuni Stati stanno sostenendo alternative che affermano la vita, «l’industria dell’aborto ha un solo messaggio per le donne: non puoi farlo. Ora lo stiamo sostituendo con qualcosa di meglio: puoi farlo e saremo lì per supportarti», ha continuato Donovan, «gli sforzi degli Stati pro vita si sono già intensificati per sostenere le donne e le famiglie: il Texas da solo ha stanziato oltre 100 milioni di dollari per offrire alle donne opzioni reali».
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