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21.12.2024

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«La verità vi farà liberi». Morto Stanislaw Grygiel, filosofo amico personale di Wojtyla
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20 Febbraio 2023

«La verità vi farà liberi». Morto Stanislaw Grygiel, filosofo amico personale di Wojtyla

Si è spento il professor Stanislaw Grygiel, già ordinario di Filosofia Antropologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su Matrimonio e Famiglia e – soprattutto – amico personale di Karol Wojtyła. La sua morte è avvenuta questa notte a Roma, nella sua casa. Come Timone, dato che Grygiel era molto amico di questo giornale, il modo migliore per ricordarlo ci pare proprio sia quello di condividere con i lettori ampi stralci di quanto lui stesso scrisse per la nostra rivista cartacea – cui vi invitiamo ad abbonarvi – nel numero 117, di ottobre del 2018, in omaggio e memoria al suo grande amico Wojtyła.

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Dietro al Maestro – di Stanisław Grygiel

A quarant’anni dall’elezione di Giovanni Paolo II, ricordiamo il suo magistero. A chi gli chiese quale sentenza della Bibbia avrebbe salvato se fosse andata distrutta ha risposto: “La verità vi farà liberi”

Il caos e la tempesta in cui ci è stato dato di vivere richiedono di volgere lo sguardo al «Redentore dell’uomo, centro dell’universo e della storia» (Redemptor hominis, 1). Sulla barca sbattuta dalle onde minacciose che spaventano noi che siamo semplici navigatori, Lui non dorme. Nei momenti pericolosi per la Chiesa, Cristo è presente negli uomini santi che hanno il coraggio di dare testimonianza alla Verità, Via e Vita senza calcolare i rischi, persino di perdere la vita. Uno di questi testimoni è Karol Wojtyła, quarant’anni fa eletto papa Giovanni Paolo II.

“Lo pagheranno caro”
Della sua luminosa testimonianza data al Redentore dell’uomo abbiamo oggi bisogno più che negli anni della sua vita terrena. Stiamo vivendo le conseguenze assurde della sostituzione della fede in Dio con la fede nella praxis tecnicamente scientifica il cui sviluppo sempre di più sfugge al nostro controllo. Malgrado la loro fugacità, i successi di questa praxis seducono le menti e i cuori degli uomini, imponendo loro gli orizzonti che sono alla portata delle loro mani. Ne consegue il caos nel mondo che ne prende la forma […]

Negli anni 1966-67, ascoltando alcune lezioni di filosofia e di teologia all’Università Cattolica di Leuven, rimasi sbalordito dal fatto che il principio marxista – «la praxis precede la verità e decide di essa» – serviva di fondamento per i ragionamenti di tanti professori. I numerosi studenti dell’America Latina che li seguivano non volevano credere nelle conseguenze disastrose di questo errore metafisico e antropologico, che io avevo vissuto in Polonia. Raccontai le mie perplessità e paure al cardinale Karol Wojtyła. Breve fu il suo commento: «Lo pagheranno caro, e noi purtroppo pagheremo con loro».

Le sue parole si sono avverate. Il marxismo si è insinuato nella mentalità degli intellettuali occidentali e anche di tanti uomini di Chiesa […]

Un uomo dalla parola schietta

Le persone che non cessano di desiderare di credere in Dio si pongono l’ansiosa domanda: «Cosa dobbiamo e cosa possiamo fare?». Questa mi fa pensare alla risposta che Giovanni Paolo II diede alla domanda: «Quale sentenza della Bibbia Lei conserverebbe, se essa dovesse essere distrutta e Lei avesse la possibilità di salvarne una?» Rispose Giovanni Paolo II: «La verità vi farà liberi».

La voce della coscienza che assiste l’uomo nei tempi difficili, quando egli non sa cosa debba fare, gli dice infatti: «Se non sei in grado di dire la verità, non devi mentire!». È chiaro che non mentire non significa vilmente tacere. Anche il silenzio è una testimonianza data alla verità, quando con esso l’uomo risponde a quelli che non l’amano. Tacere però, quando si deve parlare, è altrettanto vile menzogna come lo è parlare quando si deve tacere. Gli uomini privi di educazione non sanno quando e cosa bisogna dire e quando invece bisogna tacere per dire ciò che deve essere detto.

Le parole di san Giovanni Paolo II erano sempre decise e chiare. Egli non adoperava mai parole in chiaroscuro e di compromesso quando difendeva la verità della persona umana, fuori della quale l’uomo cade in preda agli «ingegneri delle anime». Ricorro al termine coniato da Andriej Żdanow, famigerato collaboratore di Stalin, perché proprio l’ingegneria delle anime irruppe nel mondo occidentale e nella Chiesa attraverso l’errore antropologico che permette di staccare l’uomo dalla verità e incatenarlo alla praxis. Essa decide come l’uomo e le cose debbano essere. Ogni praxis che produce la verità si riduce alla pura politica.

Politico senza fare politica

San Giovanni Paolo II non ha mai fatto la politica. Non si lasciava legare a questo o a quell’altro partito. Per lui essere sacerdote, vescovo, e poi Pietro, significava incatenare ogni giorno la propria persona e le persone affidate al suo lavoro alla verità dell’uomo rivelata nella Persona di Cristo. Questa verità lo rendeva libero da sé stesso e dalla politica e allo stesso tempo idoneo a giudicare «l’universo e la storia». Grazie a questa idoneità egli è stato uno dei più grandi politici cui sia data la capacità di cambiare il mondo […]

Spalancate le porte a Cristo

Avendo paura di gettare quest’«ombra» tra Cristo e l’uomo, san Giovanni Paolo II non l’ha mai preceduto sulla via verso la croce, come aveva fatto Pietro alla fine della vita terrena del Maestro (cfr Mc 8, 33). Giovanni Paolo II è sempre andato dietro al Maestro, Lo ascoltava e meditava la Parola ricevuta, custodendoLa nel cuore […]

L’insegnamento di san Giovanni Paolo II, radicato nella fede della Chiesa e nella Sacra Scrittura, ci rende evidente che le persone e le loro comunioni – i matrimoni, le famiglie, le nazioni e la Chiesa – non sono da riformare. Queste realtà o rinascono o muoiono. Rinascono ritornando al Principio in cui Dio crea l’universo e l’uomo nella Parola che è Suo Figlio […] San Giovanni Paolo II riconduceva tutto all’atto della creazione, perché solo alla luce che ne emana l’universo e l’uomo sono comprensibili.

La rinascita esige però da noi tutti la confessione e il riconoscimento di essere colpevoli e responsabili del caos in noi stessi e negli altri. Bisogna rendere giustizia alla verità del proprio essere per poterla rendere agli altri. I giusti giudicheranno il mondo. Ma si troveranno almeno dieci Giusti, quelli cercati da Abramo perché Sodoma e Gomorra fossero salvate dalla misericordia di Dio? Le parole di Cristo: «La verità vi farà liberi», ci dicono che la misericordia di Dio opera non tanto nello spazio della nostra beneficenza, che è estranea alla carità, quanto nel nostro rendere ciò che è dovuto alla verità Divina che si rivela nell’altro uomo. (Foto: Scuola di cultura cattolica, Youtube, screenshot)

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Qui sotto, l’ultima conferenza tenuta alla Scuola di Cultura cattolica di Bassano.

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