La sua ultima fatica, Catechismo della vita spirituale – di cui Il Timone ha dato notizia -, è nelle librerie francesi da pochissimo, ma il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino dal 2014 al 2021, è già tornato a rilasciare dichiarazioni molto interessanti. Lo ha fatto, intervistato su La Nef, parlando con Christophe Geffroy, con il quale ha condiviso, come suo solito, considerazioni dense e tutte da meditare.
Anzitutto, il porporato ha sottolineato l’urgenza di una fede cristiana che non sia passiva, ma coltivata, vissuta, pena la sua morte: «La fede cristiana è completa solo quando è viva. Senza questa vita dell’anima con Dio, siamo cristiani morti o morenti!» In secondo luogo, Sarah ha denunciato la scarsissima conoscenza che oggi anche in ambito cattolico, a causa della mancanza di formazione, si ha della vita spirituale.
«Chi sa oggi qual è lo stato di grazia?», si è chiesto l’ex prefetto della Congregazione per il culto divino, subito aggiungendo: «Eppure si tratta della nostra stessa essenza di essere cristiani! Credo sia necessario che i sacerdoti non abbiano paura di insegnare la vita spirituale nelle omelie e nel catechismo. Dopotutto, non è questo l’unico argomento in cui sono insostituibili?».
Infine, il cardinale ha richiamato l’attenzione su quello che considera il problema dei problemi, nel contesto odierno, vale a dire l’atteggiamento di molti cristiani: «La tiepidezza dei cristiani è la radice più profonda dell’apostasia che stiamo vivendo. Quando viviamo come se Dio non esistesse in pratica, finiamo per non credere affatto in Lui». Sono considerazioni, ancora una volta, di estrema lucidità e che pare impossibile non sottoscrivere.
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