È arrivato in Spagna l’ultimo aggiornatissimo disegno di legge in tema di salute sessuale e riproduttiva. Più precisamente, la bozza si compone di quattro aree principali: salute riproduttiva, salute sessuale, salute mestruale e riconoscimento di nuove forme di violenza contro le donne. Stavolta davvero si sono superati. Perché è richiesto un occhio attento per comprendere la gravità dei contenuti. A quanto pare da Instagram, dove già da giorni esperti del campo diffondono contenuti sul tema – manco fosse la buona novella – al centro della legge ci sarebbe un “congedo mestruale” retribuito di tre giorni alle donne che vivono cicli mestruali invalidanti, che potrà essere esteso a cinque sotto controllo medico. Fino a qui tutto fila liscio, più o meno.
Ma se andiamo al cuore della proposta, si mescola a temi dove un occhio di riguardo è necessario, come nel caso di patologie legate alla mestruazione, l’onnipresente inclusivissimo sempreverde diritto all’aborto. Eh sì, perché quando si garantisce il diritto di scelta della donna a discapito della morte di qualcun altro, bisogna inventarsi un termine che sia il più politicamente corretto possibile ed eccola lì che compare la “salute riproduttiva”. Così è.
La nuova legge infatti mirerebbe a «rimuovere le barriere che ancora ostacolano l’accesso delle donne all’aborto ed espandere i diritti in altre aree che non sono ancora riconosciute», recita con fierezza l’account Twitter del Governo. Finalmente non ci si deve stare a pensare troppo su prima di abortire, sembra che il periodo di riflessione dei tre giorni verrà omesso, e, state bene a sentire, «le donne di età compresa tra i 16 ei 18 anni e le donne con disabilità possono abortire senza il consenso dei loro tutori legali». E per rendere il tutto veramente accessibile pillola del giorno dopo gratuita nelle Asl. «Una legge che garantisce i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, un passo decisivo per rompere stigmi e tabù», le parole compiaciute del ministro per le Pari Opportunità Irene Montero.
Il segretario generale della Conferenza episcopale spagnola, Mons. Luis Argüello, vescovo ausiliare di Valladolid, ha rilasciato una dichiarazione che tira in ballo la stessa scienza utilizzata per giustificare l’aborto: «I progressi della scienza ci permettono di affermare con tutta la forza che dentro una donna incinta c’è una nuova vita che va curata, accolta, difesa». Secondo i vescovi spagnoli la cartina tornasole di una società fondata sulla speranza nel futuro è proprio questa: la tutela della vita. «È necessario accudire, accogliere, difendere, per cui la madre va difesa. Per cui dobbiamo offrire anche condizioni economiche, lavorative, abitative, la possibilità di accogliere questa nuova vita che sta per partorire», aggiunge il vescovo ausiliare di Valladolid.
Perlomeno la maternità surrogata – pratica vietata in Spagna – viene definita come «una forma di violenza contro le donne», per questo saranno vietate pubblicità da parte di agenzie di intermediazione. Tuttavia, i tribunali non perseguiranno a livello internazionale le persone che assumono madri surrogate all’estero, alla fine, insomma, rimane aperta la possibilità di andarsi a procacciare figli da qualche altra parte.
Ora si aspetta una seconda lettura in Consiglio dei ministri prima che il testo venga presentato al Parlamento. Il ministero per le Pari Opportunità sta cercando un accordo con l’ala socialista del governo affinché il disegno di legge venga trattato come un’urgenza amministrativa. Non c’è tempo da perdere.
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