di Giacomo Galeazzi
«La verità del Vangelo non può mutare a nostro piacimento, per esigenze cosiddette pastorali», avverte il cardinale tedesco di Curia, Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio comitato di Scienze storiche e canonico del capitolo della basilica di San Pietro. E’ uno dei cinque porporati autori del volume «Permanere nella verità di Cristo: matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica» insieme a Müller, Burke, De Paolis e Caffarra. Un testo, pubblicato alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, che è diventato il manifesto del fronte del no alla comunione ai divorziati risposati. «Chi vuole ricevere Cristo nella comunione eucaristica deve essere in sintonia con la sua parola», afferma escludendo che la discussione aperta dal Sinodo possa portare alla riammissione ai sacramenti di chi ha contratto seconde nozze.
Si può rimuovere il divieto della comunione ai divorziati risposati?
«Non è una possibilità. L’eucaristia è il compendio e la somma della nostra fede. Se l’approccio pastorale non combacia con la dottrina non può essere autentico e vero. Prima di ogni altra cosa viene la verità, cioè la parola di Dio. Inoltre quella dei divorziati risposati è una questione assolutamente minoritaria che riguarda appena l’1% dei cattolici praticanti».
Non è possibile la riammissione ai sacramenti?
«L’unico cammino penitenziale consiste nel ritorno alla dottrina del Vangelo. Se io rubo mille euro e vado a confessarmi ma poi non restituisco la cifra non faccio veramente penitenza. L’unico cammino che può riportare i divorziati risposati ai sacramenti è l’abbandono della strada sbagliata e il ritorno alla via giusta».
A cosa si riferisce?
«Alla strada della conversione così come indicato il cardinale Angelo Scola che recentemente ha dato utili consigli a questo proposito. Non ci sono alternative alla conversione, occorre cambiare direzione e orientamento. Chi vuole ricevere Cristo nella comunione eucaristica deve essere in sintonia con la sua parola. È chiaro, se uno è consapevole di aver peccato gravemente non può accostarsi all’eucaristia».
Non è una soluzione contraria alla misericordia?
«Bisogno intendersi sul significato della parola. La misericordia è il modo con cui incontro una persona, ma non vuol dire che dichiaro invalido il comandamento di Dio. Ci vuole coerenza. La verità del Vangelo non può mutare a nostro piacimento, per esigenze cosiddette pastorali. La verità vi farà liberi, dice il Signore».