È stato il primo, storico batterista di The Clash, band che è sinonimo per antonomasia del punk ma anche del marxismo-leninismo in versione pop. Il suo nome è Terence "Terry" Chimes. Poi ha vagato per gruppi musicali vari e contraddizioni intemperanti del rock. Ma il gesto davvero "rivoluzionario", quello che sul serio rompe ogni schema, lo ha compiuto dopo. Convertendosi al cattolicesimo, come racconta nell’autobiografia The Strange Case of Doctor Terry and Mr. Chimes (Crux, Londra 2013). In realtà, si tratta di una riconversione, giacché Chimes è cattolico dalla nascita; ma, essendosi nel frattempo perso per strada e avendo a lungo fatto tutt’altro, la cosa non è meno dirompente.
La prima scossa gliel’ha data un anglicano speciale come C.S. Lewis (1898-1963), il secondo colpo, decisivo, glielo hanno assestato nientemeno che le Confessioni di Sant’Agostino: «Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te».
Lungo tutto il cammino di ritorno a casa, sin dai primi passi mossi in questa direzione, Chimes ha costantemente percepito accanto a sé una "presenza straordinaria" che lo "assaliva" a «forti ondate», tanto che «ogni realtà materiale e concreta sembrava nulla se paragonata alla possanza e alla maestà di quella presenza. Tutto il mio mondo sembrava venirne istantaneamente scosso […] Quella presenza sapeva tutto di me e tuttavia mi amava ancora».
Le buone notizie ci sono ancora.