Il cardinale Robert Sarah, nato in Guinea nel 1945 e oggi prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha appena pubblicato un grandioso libro-intervista con Nicolas Diat; un libro che pur parlando nella massima carità e con profonda misericordia non fa sconti indebiti alla verità, non scende a compromessi, non transige nemmeno per un secondo. Lo si capisce sin da quel titolo che campeggia sulla copertina come una bandiera, Dio o niente. Conversazione sulla fede.
In Italia lo pubblica l’editore senese Cantagalli, buon amico de Il Timone, così come buon amico de Il Timone è l’editore statunitense Ignatius Press di San Francisco che alla nostra redazione ha inviato – in anticipo sull’edizione italiana – copia del libro in versione inglese, God or Nothing: A Conversation on Faith, affinché i nostri lettori avessero subito possibilità di conoscere direttamente la grande e ricca proposta di rinnovamento nella tradizione che viene oggi dalla Chiesa Cattolica africana a fronte dei gravi antagonismi che scuotono il mondo contemporaneo, un rinnovamento autentico su cui anche quell’editore di Oltreoceano sta “scommettendo” molto.
del card. Robert Sarah
A rischio di scioccare, penso che il colonialismo occidentale prosegua oggi in Africa e in Asia con maggiore forza e perversione con l’imposizione violenta di una falsa morale e di valori menzogneri. Non nego che la civiltà europea abbia potuto apportare grandi benefici, in particolare con i suoi missionari che sono stati spesso grandi santi. Ha diffuso dappertutto la parola del Vangelo e anche le belle espressioni culturali plasmate dal cristianesimo.
È con ragione che Benedetto XVI sottolinea, nel suo ultimo discorso di auguri natalizi alla Curia, che «l’identità europea si manifesta nel matrimonio e nella famiglia. Il matrimonio monogamico, la struttura fondamentale della relazione fra sposo e sposa e la famiglia concepita come cellula di formazione della comunità sociale sono stati modellati a partire dalla fede biblica». Al contrario, ci sono tentativi ripetuti per impiantare una nuova cultura che nega l’eredità cristiana.
Per quanto riguarda il mio continente di origine, vorrei denunciare con forza la volontà d’imporre falsi valori usando argomenti politici e finanziari. In certi paesi africani, sono stati creati ministeri per la teoria del genere in cambio di sostegno economico! Qualche governo africano, fortunatamente minoritario, ha già ceduto alle pressioni volte a favorire l’accesso universale ai diritti sessuali e riproduttivi. Costatiamo con grande sofferenza che la salute riproduttiva è diventata “norma” politica mondiale, la quale contiene quanto l’Occidente ha di più perverso da offrire al resto del mondo in cerca di sviluppo integrale. Com’è possibile che Capi di Stato occidentali possano esercitare una tale pressione sui loro omologhi di paesi spesso fragili? L’ideologia del genere è diventata la condizione perversa per la cooperazione e lo sviluppo.
In Occidente, persone omosessuali reclamano il fatto che la loro vita in comune sia giuridicamente riconosciuta per essere assimilata al matrimonio; facendo eco alle loro rivendicazioni, organizzazioni esercitano forti pressioni affinché questo modello sia riconosciuto anche dai governi africani a titolo di rispetto dei diritti umani. Proprio in questo caso, a mio avviso, ci poniamo al di fuori della storia morale dell’umanità. In altri casi, ho potuto costatare l’esistenza di programmi internazionali che impongono l’aborto e la sterilizzazione delle donne.
Queste politiche sono tanto più orrende in quanto la maggior parte delle popolazioni africane sono senza difesa alla mercé di ideologhi occidentali e fanatici. I poveri chiedono un po’ di aiuto e gli uomini sono abbastanza crudeli da avvelenare il loro spirito.
L’Africa e l’Asia devono assolutamente proteggere le proprie culture e i propri valori. Le agenzie internazionali non hanno alcun diritto di praticare questa nuova forma di colonialismo malthusiano e brutale. Per ignoranza o complicità, i governi africani e asiatici si renderebbero colpevoli di lasciare i loro popoli in preda a una sorta di eutanasia. L’umanità perderebbe molto se questi continenti cadessero nel grande magma indistinto del mondialismo, rivolto verso un ideale disumano che è di fatto un’orribile barbarie oligarchica.
La Santa Sede deve fare la sua parte. Non possiamo accettare la propaganda e i gruppi di pressione delle lobby LGBT – lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Il processo è tanto più inquietante in quanto è rapido e recente. Perché questa volontà forsennata d’imporre la teoria del genere? Una visione teologica sconosciuta qualche anno fa, frutto dello strano pensiero di qualche sociologo e scrittore, come Michel Foucault, diventa il nuovo eldorado del mondo? Non è possibile rimanere inerti davanti a una tale frode immorale e demoniaca.
Papa Francesco ha ragione di criticare l’azione del demonio che opera per scalzare i fondamenti della civiltà cristiana. Dietro la nuova visione prometeica dell’Africa o dell’Asia c’è il marchio del diavolo. I primi nemici delle persone omosessuali sono proprio le lobby LGBT. È un grave errore ridurre un individuo ai suoi comportamenti, nello specifico sessuali. La natura finisce sempre per vendicarsi.