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La predica della Bonino a Biella (video). Quando la Chiesa tocca il fondo e inizia anche a scavare
NEWS 28 Luglio 2017    

La predica della Bonino a Biella (video). Quando la Chiesa tocca il fondo e inizia anche a scavare

di Benedetta Frigerio
da La Nuova Bussola Quotidiana

 

Dopo aver accuratamente nascosto il crocifisso e il tabernacolo della chiesa di San Defendente a Ronco di Tosatto (Biella) e dopo aver impedito l’ingresso ad alcuni membri del movimento pro life, lo scorso mercoledì il parroco, don Mario Marchiori, ha dato la parola all’attivista radicale Emma Bonino sul tema dell’accoglienza. Insomma, la responsabile, mai pentita, di 10mila aborti praticati con le pompe di bicicletta, che si fece mettere incinta per uccidere suo figlio e dimostrare che non era un dramma, ha pontificato dal pulpito invitando a "non ragionare di pancia ma ad usare la ragione e il cuore" per accogliere gli immigrati.

Paradosso dei paradossi, il responsabile della Caritas locale, don Giovanni Perini, è intervenuto in appoggio a Bonino per dire che “non abbiamo nessun diritto di rendere la vita difficile agli altri”. Bollando chiunque sia preoccupato dell’immigrazione massiccia che alimenta il traffico umano, la delinquenza e lo sfruttamento, oltre che il radicalismo islamico e dimenticando che se Bonino non ha reso la vita difficile a 6 milioni di bambini italiani è solo perché prima ha contribuito ad ucciderli.

Chiedendo firme per l’abolizione della Bossi-Fini, da sostituire ad una norma aperturista e blanda, la vecchia leader radicale, con fare garbato e mai scomposto, ha sottolineato che “ho accettato di venire a parlare qui perché vengo da una famiglia cattolica praticante, ma che mi ha insegnato il rispetto per l'opinione altrui”. Forse bisognava chiederle come mai allora si è battuta tanto per togliere il diritto all’obiezione di coscienza, invece ha continuato indisturbata: “Sono un europeista entusiasta, di più un’attivista dell’Europa in questo mondo confuso da Trump e Putin…possiamo fare mille critiche all'Europa, ma solo se amiamo il progetto europeo, non possiamo pensare che ogni Stato vada da sé”.

Perché? Verrebbe da chiedersi, dato che la tradizione delle nazioni europee è di un’unità nelle radici cristiane dentro una profonda diversità a cui non si possono applicare politiche identiche senza fare danni? Ma ovviamente non c’è stato spazio per incalzare Bonino che, al contrario, ha proseguito: “La critica che faccio all'Europa, se mai, è di un processo di integrazione bloccato” e quindi di una politica di accoglienza “lasciata alle decisioni di ogni Stato membro”. In poche parole ci vorrebbe più verticismo e decisioni calate dall’alto da burocrati non eletti.

Poi, dopo aver spiegato che i migranti sono necessari perché “fanno il lavoro che gli italiani non vogliono fare” (dimenticando che si tratta di lavori sottopagati, dunque accessibili solo a chi non ha famiglia e ha un alloggio pagato), ha spiegato che il mondo è sovrappopolato per colpa “della povertà dell’Africa, dove fanno i figli perché sono poveri” (povertà che secondo i radicali va combattuta sterilizzando donne e fornendo loro contraccettivi), mentre l’Italia è “in calo demografico”.

A quel punto dal pubblico è intervenuto un ginecologo che per difendere la vita non ha temuto di subire processi né di perdere il lavoro pur avendo una famiglia numerosa da mantenere. Leandro Aletti è stato sommerso dai fischi (fra i presenti, ad applaudire alla Bonino c’erano diversi radicali, fra cui il noto ginecologo torinese Silvio Viale, paladino della legalizzazione della Ru486, la pillola abortiva che uccide bambini mettendo a rischio anche la vita delle madri). “Ho provato a dirle – spiega Aletti – che lei stessa era fra i responsabili del calo demografico e che era assurdo sentir parlare di accoglienza da una che non accoglie i nostri figli”. Ma tra fischi e urla che coprivano la voce del medico Bonino, senza scomporsi, ha risposto: “Sono polemiche di gioventù, discussioni che pensavo antiche, non mi spaventano. Non mi sentivo e non mi sento di condannare nessuno all’aborto clandestino”. A quel punto tutta la chiesa ha applaudito. “Io rimango convinta della libertà individuale, nessuno deve dirvi cosa fare, ognuno scelga per sé: “io non lo farei” non può diventare “tu non lo puoi fare” (boato di applausi). E non importa se si tratta di uccidere.

Poi, continuando come se nulla fosse, ma svelando la grande ipocrisia, ha parlato così della regolarizzazione dei clandestini: “Non abbiamo scelta, a meno che non vogliamo affogarli tutti nel Mediterraneo, ma ci eravamo detti mai più. Sui cimiteri anche liquidi non si costruisce niente”. Tutto questo in una chiesa in cui il parroco, che aveva già invitato a parlare Beppino Englaro per ben due volte, continua a diffondere confusione senza il minimo intervento del vescovo. Perciò, ha continuato Aletti, la seconda cosa che le ho detto è che, “Oriana Fallaci diceva esattamente l’opposto, parlando del pericolo dell'islamizzazione. E a quelli della Caritas e a don Mario, che provava ad allontanarmi dalla Chiesa, ho rivolto le parole profetiche di Paolo VI: “Un pensiero maggioritario non cattolico prevarrà nella Chiesa ma resterà sempre un’etnia sui generis che è una minoranza e lì sarà il pensiero cattolico”. E’ quello che vediamo oggi, per cui essere cattolici ora vuol dire stare in quell’etnia che è una minoranza".

Nella Chiesa ma non solo, dato che la polizia è entrata in chiesa (cosa che può avvenire solo su richiesta del parroco per eventi straordinari) e ha chiesto i documenti a quanti pregavano sul sagrato. Ma alcuni delle forze dell'ordine, conclude Aletti, “mi hanno detto: abbiamo sentito tutto, avete ragione”. Giovanni Ceroni, presidente del Mpv di Biella ha spiegato: “In questi casi l'ultima arma è la preghiera di riparazione e adorazione a Dio… Nelle nostre preghiere ricordiamo la Bonino e tanti presenti accecati dalle ideologie, ma in particolare quel prete che impiega tante energie e dà tanto scandalo ai fedeli: che possa convertirsi a Gesù seguendo la Vera Santa Chiesa”.