V domenica di Pasqua (Gv 14,1-12)
Le letture di questa quinta domenica di Pasqua ci offrono l’occasione di sottolineare nuovamente alcune semplici verità, che la cristianità contemporanea rischia di dimenticare . La prima : la priorità della preghiera e del servizio della Parola , ossia della predicazione.
Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, si afferma proprio questo. La scelta da parte degli Apostoli di istituire i diaconi per il servizio alle mense infatti, non è tanto per rispondere alle mormorazione dei discepoli di lingua greca, che ritenevano trascurate le loro vedove, quanto per ribadire con forza questo principio senza il quale la Chiesa rischia di venire meno e di mutuarsi in una delle tante ONG : “ Non è giusto che noi lasciamo da parte , la parola di Dio per servire alle mense … noi invece ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola” ( At 6, 2-4) .
Ancora, dalla scelta dei diaconi di lingua greca si evince un altro principio; il primo scelto è Stefano , il protodiacono martire. Ora Stefano subì il martirio non per il servizio alle mense ma per la sua predicazione, della quale è chiamato a render conto in un processo davanti al Sinedrio. In altre parole si può capire che il servizio alle mense per la Chiesa non può mai essere disgiunto o separato dalla predicazione della parola di verità e i cosiddetti “operatori” di questo settore dovrebbero sempre ricordarlo.
La seconda verità semplice da ricordare è questa: oltre Gesù non si può andare . Il Signore infatti ha rimproverato l’apostolo Filippo che gli aveva chiesto di mostrargli il Padre con queste parole: “ Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre”( Gv 14, 8) . Dice a tale proposito il Catechismo della Chiesa cattolica riportando le parole di San Giovanni della Croce : “ Infatti donandoci il Figlio suo, ch’è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta e non ha più nulla da rivelare”.
L’affermazione di questa fondamentale verità è importante, perché ci mette a riparo dalla facile infatuazione per i diversi messia che appaiono ad ogni piè sospinto nella storia, fuori e dentro la Chiesa, per portare nuove rivelazioni, singolari reinterpretazioni, succedanei di rivelazione. A questi fatti si oppone Cristo che dice: “ Credete in me!”.
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl