XVIII Domenica del Tempo ordinario (Lc 12,13-21)
Gesù dice: «La vita dell’uomo non dipende dai suoi beni». Cioè: il valore dell’uomo non sta in ciò che egli possiede.
C’è qui un radicale contrasto tra la mentalità di Cristo e la mentalità del mondo; contrasto che potrebbe essere espresso dai due verbi più usati della lingua italiana: il verbo “avere” e il verbo “essere”.
Per il mondo l’uomo vale per quello che ha: «Quanto hai in banca? Hai la casa in montagna? Hai l’automobile fuori serie?». Con queste domande o con altre simili a queste, il mondo classifica un uomo.
Per Cristo l’uomo vale per quello che è: «Chi sei? Che cosa sei? Sei vicino a Dio col tuo cuore e col pensiero di ogni giorno? Sei giusto? Sei buono e caritatevole con gl altri?». Con queste domande il Signore ci aiuta a fare una stima di quello che davvero valiamo.
Notiamo che «l’avere» resta sempre esterno all’uomo e dovrà presto o tardi essere completamente abbandonato. «L’essere» invece è interno a noi e accompagna l’uomo anche di là dalla morte.
Perciò il Signore ammonisce: Guardatevi da ogni avidità, cioè da ogni smodato desiderio di avere. Preoccupatevi invece di “essere”, cioè di crescere nella vostra ricchezza interiore!
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