Monsignor Guy de Kerimel, l’arcivescovo di Tolosa, popolosa città del sud della Francia, « ha consacrato la sua diocesi al Sacro Cuore di Gesù in risposta alla polemica scatenata dal corteo artistico “La Porta delle Tenebre”, che presenta figure esoteriche e sataniche», lo riporta il sito infocatolica.com. La consacrazione è avvenuta il 16 ottobre, festa di santa Margherita Maria d’Alacoque, la mistica francese del XVI secolo alla quale Gesù chiese di diffondere nel mondo la devozione al Suo Sacro Cuore. Una decisione motivata, quella dell’arcivescovo, «dall’imminente arrivo di uno spettacolo che lo sgomenta e lo preoccupa. Intitolata “La porta dell’oscurità”, quest’opera di strada verrà rappresentata il 25, 26 e 27 ottobre. Tre gigantesche creature meccaniche sfileranno per le strade di Tolosa. Sui manifesti affissi ovunque, simboli esoterici e satanici sconvolgono molti cristiani, mentre “ abbiamo piuttosto bisogno di speranza e di luce ”. In uno di essi vediamo sullo sfondo la città in fiamme, chiese in fiamme e simboli della cultura satanica. “ È una vergogna imporre uno spettacolo oscuro alla città di Tolosa ”, lamenta l’arcivescovo», riporta sempre l’agenzia Zenit edizione francese.
Il lavoro “artistico”, termine col quale i progressisti contemporanei pretendono di coprire impunemente ogni attacco diretto al senso religioso e ai significati più importanti della fede cattolica, è opera di François Delarozière, artista di esperienza e fama pluridecennale. Di sé stesso dice di ispirarsi a Leonardo, Eiffel, Verne e persino Gaudì. Si dichiara attento osservatore della natura e da quella ha spesso tratto ispirazione nella creazione di enormi animali e scenografie teatrali: “penso che ciò che mi ispira di più è lo studio della natura; prima di inventare, osservo la vita”.
Benissimo: cosa c’entra dunque con la vita e la bellezza anche terribile della natura la rappresentazione di figure demoniache e la presenza di simboli esoterici, oltre all’inequivocabile titolo che a tutto fa pensare tranne che alla vita? Niente, se non introduciamo invece un’altra dimensione dell’esistente (c’è un solo Creatore e ha fatto come diciamo nella nostra professione di fede, tutte le cose visibili e invisibili) quella dello spirito. Ed è un fronte reale, anzi quello decisivo, se facciamo nostre le parole dell’apostolo delle genti quando ricorda che “la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Cfr Ef 6, 12). Lo scontro non è dunque nemmeno contro le mastodontiche creature di ferro, cemento, vernice e meccanismi ingegneristici della compagnia artistica; di sicuro il vescovo di Tolosa non teme quei marchingegni né la spocchia dell’artista, ma giustamente difende il suo popolo, persino gli ignari estimatori dell’opera (nell’edizione del 2018 ha avuto 800000 spettatori) e i compiacenti esaltatori dell’occulto, dal male reale che le forze demoniache anche solo rappresentate e l’immaginario da quelle evocato richiamano. Non sta giocando ad un patetico risiko spiritistico, l’atto di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù non è un rito che magicamente funzionerà, ma un gesto misericordioso per aiutare quante più anime possibile ad attingere al tesoro senza fine della grazia divina.
Ciò che funziona davvero è sempre e solo il cambiamento del cuore delle persone che si lasciano attirare dalla presenza reale di Cristo e guarire dalla sua azione redentrice. Nell‘omelia che ha tenuto durante la celebrazione del 16 ottobre il prelato non ha fatto nessun riferimento esplicito all’esibizione artistica, ma ha parlato della bellezza e dell’urgenza della speranza cristiana e dell’efficacia della devozione al Sacro Cuore di Gesù: «Se vogliamo vincere con Cristo, se vogliamo che il Cuore di Gesù regni sulla città e sulla diocesi di Tolosa, dobbiamo combattere le radici del male e del peccato nel nostro cuore, cercare, con la grazia di Dio, l’umiltà, (…). La consacrazione della città e della diocesi al Sacro Cuore di Gesù porterà frutti solo nella misura in cui i nostri cuori si apriranno sempre più all’amore misericordioso di Dio. Lasciamoci introdurre nel Cuore di Gesù, per conoscere e sperimentare la larghezza, la lunghezza, l’altezza, la profondità dell’amore di Cristo nella nostra propria vita; allora sapremo vederlo all’opera nel mondo. Impareremo a vedere ogni persona umana con lo sguardo amorevole di Cristo; impareremo a discernere gli eventi da questa fonte. La consacrazione della città e della diocesi al Sacro Cuore di Gesù è quindi per noi un invito alla conversione per mostrare, nel nostro mondo ferito, qualcosa del mondo nuovo, nato dal Cuore trafitto di Gesù».
Lo spettacolo è solo un vistoso segno del rifiuto a volte persino rabbioso della fede cattolica e dell’apertura sempre più larga e pericolosa a un paganesimo di ritorno. Tra le macchine che sfilano nel corteo una è chiamata Lilith, come un antico demone mesopotamico, un’altra che ha viso umano e lunghe zampe da ragno, Ariane, e Asterion, il Minotauro. Per farsi un’idea Lilith era il demone della tempesta, portatrice di disgrazia, malattia e morte. Purtroppo nel cuore umano può trovare spazio il fascino disperato per il male, per l’oscuro. Per questo la risposta del vescovo è sul piano della speranza cristiana e non è affatto espressione reazionaria da ancien régime, come accusa lo stesso Delarozière su La Croix, una reazione di cui furbescamente approfitta per aumentare l’attenzione mediatica sulla sua performance. Siamo certi che nel suo atto di consacrazione della città al Sacro Cuore di Gesù, l’arcivescovo abbia incluso anche l’artista, dotato di un certo numero di talenti ma anche lui, come tutti, di un’anima soltanto per la quale non sono previste riedizioni. (Fonte foto: canale Youtube Office de Tourisme de Toulouse)
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