Il mondo arcobaleno non dimentica e soprattutto non perdona. Il pulpito che più si riempie la bocca di parole come diversità, inclusione, amore e altri petalosi bla bla bla, cosa fa di fronte a chi non si esprime secondo il diktat del politicamente corretto? Accoglie? Dialoga? No, boicotta. E così avviene per il ritorno nelle sale cinematografiche, dal 9 al 12 dicembre, di Harry Potter e la Pietra Filosofale, in occasione dei 20 anni dal debutto del primo film in sala.
Nel mirino la mamma della saga, Joanne Rowling, rea, secondo l’Ansa, per citarne una fra tante, di dichiarazioni definite «controverse e considerate transfobiche». La vicenda risale a qualche anno fa. Era il 2019 quando aveva espresso supporto nei confronti di Maya Forstater, una ricercatrice britannica che si era schierata contro la proposta di riforma del Gender Recognition Act (GRA), che consentiva alle persone trans di identificarsi legalmente con un altro sesso rispetto a quello di nascita senza una diagnosi medica. Apriti cielo. La Forstater era finita nella bufera mediatica e giuridica e la Rowiling aveva fatto il grave errore di sostenerla su Twitter: «Vestitevi come vi piace, fatevi chiamare come preferite, dormite con qualunque adulto consenziente, vivete la vostra vita in pace e sicurezza. Ma vogliamo licenziare una donna perché ha detto che il sesso è reale?». Un Tweet che aveva scatenato una valanga di critiche. Un anno dopo la mamma di Harry Potter è “ricaduta” nel medesimo “errore”, quello di voler difendere la realtà. Sempre su Twitter con ironia si era scagliata contro i deliri del politicamente corretto: «“Persone che mestruano”? Sono sicura che c’era un termine con cui le chiamavamo, qualcuno mi aiuti. Domme? Fomme?». Evidentemente troppo per il mondo arcobaleno che è pronto a boicottare la Pietra Filosofale vent’anni dopo.
La Rowling comunque può dormire sonni tranquilli, nonostante la valanga di critiche giunte anche da suoi colleghi negli ultimi anni, Harry Potter resta troppo amato per essere realmente boicottato e la scrittrice può lasciare che sui social ci si scateni in libertà come se questo avesse veramente un peso sulla sua vita reale. Peccato che non tutti se la possano cavare allo stesso modo. Kathleen Stock, ad esempio, professoressa di Filosofia dell’Università del Sussex, nel Regno Unito, ha fatto l’errore di dichiarare pubblicamente che il sesso biologico rimane predominante anche per le persone transgender, che non dovrebbero quindi frequentare spazi riservati al sesso non di appartenenza. Il riferimento ovviamente è alla presenza di uomini che si sentono donne nello spogliatoio appunto riservato alle fanciulle, cosa che ha provocato più volte episodi di violenza. Apriti cielo, anche in questo caso, il mondo Lgbt ha messo in atto una campagna così dura contro di lei che la polizia le ha consigliato di non presentarsi al Campus per un po’. Non ci sarebbe da stupirsi, se non fosse che la Stock è femminista, lesbica e con la donna con cui vive cresce le sue figlie. Ma neanche questo basta per il mondo Lgbt, quello che conta sono le parole, che non possono più essere pronunciate in libertà se non in un’unica e dominante direzione.
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