La notizia che tristemente avevamo affrontato qualche settimana ha trovato completa attuazione. Macron, che tanto aveva osannato il diritto all’aborto fino ad affermare che la Carta dei diritti fondamentali in Europa avrebbe dovuto includere «il riconoscimento dell’accesso all’aborto», ce l’ha fatta. Già il disegno di legge era stato ampiamente approvato in Assemblea a gennaio, con 493 voti a favore e 30 contrari, e ieri anche il Senato ha approvato, con 267 voti a favore e 50 contrari, il progetto per iscrivere il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza nella Costituzione. Ora l’esecutivo prevede di convocare i parlamentari di entrambe le camere in un Congresso, il 4 marzo a Versailles.
I parlamentari dovranno nuovamente pronunciarsi sul testo, che richiederà l’approvazione dei tre quinti dei membri per essere integrato nella legge fondamentale. Salvo imprevisti, questa riunione dovrebbe portare all’adozione finale del progetto. «Mi sono impegnato a rendere irreversibile la libertà delle donne di ricorrere all’aborto iscrivendola nella Costituzione. Dopo l’Assemblea Nazionale, il Senato fa un passo decisivo di cui mi congratulo. Per il voto finale, convocherò il Parlamento in Congresso il 4 marzo», così su X, Emmanuel Macron si è espresso dopo il voto.
Anche il ministro della giustizia Éric Dupont-Moretti ha esultato: «Abbiamo scritto una pagina della storia dei diritti delle donne. Questo è un voto storico. Saremo il primo Paese al mondo a iscrivere nella Costituzione questa libertà per le donne di disporre del loro corpo». Dal canto suo, mons. Michel Aupetit, arcivescovo emerito di Parigi, non ha tenuto nascosto il suo giudizio: «Aborto in Costituzione. Respinta la clausola di coscienza per il personale ospedaliero. La legge prevale sulla coscienza e costringe le persone a morire. La Francia ha toccato il fondo. È diventata uno Stato totalitario».
Prima di diventare sacerdote, mons. Aupetit, grande esperto di bioetica, ha anche esercitato la professione medica per dodici anni, difendendo il diritto dei bambini non nati e il diritto dei medici di esprimere liberamente la loro opinione in merito. Alcuni politici conservatori avevano introdotto emendamenti al testo, ma sono stati bocciati. Il presidente del gruppo di maggioranza del partito conservatore Los Republicanos, Bruno Retailleau, era favorevole a includere nella Costituzione il diritto del personale ospedaliero all’obiezione di coscienza, ma tale clausola non sarà presente.
Quelli che applaudono oggi a questa «libertà irreversibile», oltre a rendersi complici dell’iniquità di tale legge, non intuiscono che non era necessario modificare la Costituzione per l’accesso all’aborto. Tuttavia, era più che necessario per dimostrare che la Costituzione è modificabile. Per dimostrare che la Costituzione non è più di tutti, ma taglia fuori molte vite, oltre che il diritto degli obiettori. E se prima potevamo pensare che la Costituzione avrebbe potuto proteggere e tutelare i diritti fondamentali dall’avanzare della follia woke, ora è stato provato il contrario. Oggi l’hanno modificata per l’aborto, domani per quale altra assurda proposta?
Sì, la Francia ha toccato il fondo dando un chiaro segnale al resto d’Europa. Dalla culla dell’Illuminismo si alza oggi il vessillo della dittatura del relativismo, mascherata da diritti falsamente elargiti a tutti. «Non esistono “piccoli omicidi”: il rispetto di ogni vita umana è condizione essenziale perché sia possibile una vita sociale degna di questo nome, dal momento che quando nella sua coscienza l’uomo perde il rispetto per la vita come cosa sacra, inevitabilmente egli finisce per smarrire anche la sua stessa identità», diceva Benedetto XVI.
(Fonte foto: Ansa)
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