XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Da dove viene il male? Non è questa la domanda che più ci assilla ogni giorno davanti alla realtà della nostra vita e del mondo?
L’insegnamento di Gesù è limpidissimo e semplicissimo: il nemico che ha frammischiato l’erbaccia alla buona coltivazione di Dio è il diavolo(cf. Mt 13,39). Di fronte al male e all’ingiustizia che si origina in mezzo agli uomini e dagli uomini la Rivelazione cristiana e il magistero della Chiesa prima di tutto ne affermano l’esistenza evidente senza cercare di nasconderlo o censurarlo e da questo risalgono alla sua origine che è in un mistero posto agli inizi della storia stessa degli uomini: il peccato originale. C’è un mistero originario in cui un nemico estraneo alla creazione buona di Dio, il diavolo, ha fatto peccare i progenitori del genere umano ferendo questa nostra natura che da quel momento in poi è inclinata al male in maniera misteriosa e reale.
Siamo così invitati a risalire a poco a poco l’enigmaticità delle cose fino a raggiungere la soglia del mondo invisibile che precede la storia dell’uomo; val dire la soglia della realtà che sta al di fuori e al di sopra del nostro tempo.
C’è oggi la tentazione di negare la verità del peccato originale e quindi negare anche l’essere che ne è all’origine, cioè il diavolo. Negate queste due realtà non esiste più nessun peccato, non esiste più nessun dramma umano, nessun male…ma tutto si risolve in una semplice problematica psicologica senza nessuna colpevolezza da parte dell’uomo. Sminuito il dramma del peccato e l’esistenza del diavolo non ha più nessun senso la morte, il dolore e soprattutto la redenzione di Cristo.
La vera misericordia – quella di Dio – non è la strada che nega il peccato, non nega la colpevolezza umana, non nega l’esistenza di un nemico da combattere e dal quale stare in guardia. Il grande nemico comincia ad essere sconfitto nel momento in cui lo si prende sul serio e si prende sul serio la vittoria che già è stata ottenuta su di lui con la morte e la risurrezione del Figlio di Dio; vittoria che quotidianamente si radica nella vita di ognuno di noi attraverso la nostra crescente partecipazione a quella morte e risurrezione attraverso la Chiesa, i sacramenti e la vita cristiana.
Il male e il diavolo sono stati vinti dalla croce e risurrezione di Gesù. Il tempo ci è dato perché questa vittoria si manifesti sempre di più attraverso la nostra adesione e la nostra conversione. Il momento della vittoria definitiva sarà il ritorno glorioso di Cristo nella nostra vita personale con la morte e nella storia del mondo con il giudizio finale.
La fede genera il vero realismo e anche il vero “ottimismo”, tutto il resto è l’ideologia del falso “progresso” che, basato solo su valori e ideali umani, promette l’illusione di un mondo libero dal male che alla fine (come la storia dimostra) non fa altro che produrre un male e una disperazione ancora più grandi.
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