Prove statisticamente significative hanno mostrato che gli studenti nelle scuole cattoliche hanno comportamenti meno distruttivi rispetto alle loro controparti in altre scuole pubbliche e private.
Sono i risultati di uno studio condotto per il Thomas B. Fordham Institute della University of California-Santa Barbara dal professore associato Michael Gottfried e dallo studente di dottorato Jacob Kirksey. A darne notizie nientemeno che il Wall Street Journal che riporta il lavoro scientifico ottenuto elaborando due diverse classi di dati a livello nazionale sugli studenti delle scuole elementari, raccolte per il National Center for Education Statistics.
Nello specifico, gli studenti delle scuole cattoliche «avevano maggiori probabilità di controllare la propria rabbia, rispettare la proprietà altrui, accettare le idee dei loro compagni di studio e gestire la pressione dei pari». In altre parole, esibivano maggiore autodisciplina.
La correlazione è forte tra l’attenzione che le scuole cattoliche attribuiscono all’autodisciplina e al comportamento degli studenti. Sappiamo anche che, soprattutto nelle aree urbane, gli studenti neri e latini che frequentano le scuole cattoliche mostrano risultati più alti, tassi di laurea più alti e iscrizioni al college più alte di quelli che frequentano le scuole pubbliche vicine.
Sono tre i giudizi chiave che vengono offerti dagli autori della ricerca:
Sebbene gli autori non offrano facili prescrizioni, conclude il WSJ, dicono che è una «tragedia per la nazione» che tante scuole cattoliche continuano a chiudere quando sono più necessarie. Le loro lezioni meritano di essere conservate
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