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La crisi cinese? La chiave sta nel «neonazismo» con cui il partito-governo-Stato spreme i risparmiatori
NEWS 31 Agosto 2015    

La crisi cinese? La chiave sta nel «neonazismo» con cui il partito-governo-Stato spreme i risparmiatori

La notizia è recente, grave, ma il mondo l'ha già praticamente archiviata. Si tratta del drammatico susseguirsi di croli di cui è stata protagonista la Borsa finanziaria cinese. Effetto di un Paese che non conosce né libertà né democrazia, né vera proprietà privata né diritti dell'uomo, e che, nel più perfetto stile comunista, mostra i muscoli al mondo ogni volta che all'interno c'è un problema.

In Cina, infatti, non esiste autentica libertà economica, e gli arricchimenti che il Paese ha conosciuto negli ultimi decenni restano legati solo a una sagace strategia di controllo su tutto e su tutti da parte di un partito-governo-Stato che campa di rendita vendendo al mondo colossali bolle d'arie.

L'unica verità vera sulla Cina reale la dice esclusivamente – come del resto sempre – l'agenzia missionaria di notizie per la stampa AsiaNews, che in tranti anni non è mai caduta nella trappola del "buonismo" a tutti i costi. E così, ancora una volta, Asianews è l'unica a fornire le chiavi di volta giuste per comprendere un Paese sull'orlo di una tremenda crisi di nervi che però finireme per pagare tutti.

Facendo statio di un recente e improtante convegno, AsiaNews ricorda infatti che

1. il Crollo della Borsa è stato il risultato inevitabile della catastrofe della democrazia e dei diritti umani in Cina;

2. le controversie territoriali e la nazionalità sono spade a doppio taglio che il governo usa per re-indirizzare i conflitti interni in Cina.