La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione al pasticcere che fece obiezione di coscienza di natura religiosa e si rifiutò di confezionare una torta per un matrimonio gay. In nome del Primo emendamento il signor Jack Phillips nel 2012 non fece la torta per il matrimonio di David Mullins e Charlie Craig.
Con sette opinioni contro due, la Corte ha stabilito che il Primo emendamento garantisce la libertà religiosa e di espressione, che erano, invece, state obliterate dalla Commissione diritti civili del Colorado e dalla Corte di appello, che hanno così violato la laicità dello Stato, manifestando «ostilità verso la religione».
Nella relazione di opinione della maggioranza della Corte si legge che «la trattazione della causa da parte della Commissione per i diritti civili presenta elementi di ostilità chiara e inammissibile nei confronti delle credenze religiose sincere che hanno motivato l’obiezione» del pasticcere.
La decisione non entra sulla questione che un esercizio commerciale possa negare il proprio servizio agli omosessuali, ma si concentra nel censurare l’interpretazione che la Commissione del Colorado aveva dato della libertà religiosa, mostrando, appunto, «ostilità» e un modo «inappropriato» di intendere la religione.
Il vescovo James D. Conley di Lincoln, presidente della sottocommissione per la promozione e la difesa del matrimonio della Conferenza episcopale americana (USCCB), ha rilasciato la seguente dichiarazione:
« La decisione odierna conferma che le persone di fede non dovrebbero subire discriminazioni a causa delle loro convinzioni religiose profondamente radicate, ma dovrebbero essere rispettate dai funzionari governativi. Questo si estende ai professionisti creativi, come Jack Phillips, che cercano di servire il Signore in ogni aspetto della loro vita quotidiana. In una società pluralista come la nostra, la vera tolleranza permette alle persone con diversi punti di vista di essere libere di vivere le loro convinzioni, anche se quelle credenze sono impopolari».
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