Dopo aver cassato quello sulla depenalizzazione dell’omicidio del consenziente, la Corte costituzionale depenna oggi anche l’altro referendum promosso dai Radicali, quello sull’abrogazione di parti significative del Testo Unico sugli stupefacenti. Di seguito pubblichiamo il comunicato del Comitato No droga legale:
Il Comitato per il No alla droga legale, presieduto dal prof. Angelo Vescovi, esprime soddisfazione per la decisione della Corte Costituzionale nel giudizio di ammissibilità del referendum abrogativo delle norme sulla droga. A sostegno delle sue posizioni il Comitato ha fatto pervenire nei giorni scorsi alla Consulta un’articolata memoria, e ieri il prof Mauro Ronco e l’avv. Domenico Menorello ne hanno illustrato la sintesi nella discussione orale.
In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Corte, è ragionevole immaginare che avrà inciso il vincolo costituzionale – da noi sottolineato – nella subordinazione del legislatore in tema di disciplina degli stupefacenti a Convenzioni internazionali, e quindi nel limite costituito dall’art. 75 Cost. Poiché i promotori dell’attuale referendum pretendevano: (i) di legalizzare la coltivazione di tutte le sostanze stupefacenti, (ii) di eliminare la reclusione per tutte le condotte (diverse dalla coltivazione, che si vorrebbe del tutto lecita) riferibili alla canapa indiana, ciò confligge con la Convenzione unica sugli stupefacenti, adottata a New York il 30 marzo 1961, e col Protocollo di emendamento della Convenzione medesima, adottato a Ginevra il 25 marzo 1972.
L’augurio è che ora Governo e Parlamento dedichino tempo ed energie all’intensificazione del contrasto al narcotraffico e al recupero di giovani e meno giovani dalla dipendenza dalle droghe.
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