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La Chiesa non potrà  mai perdere il celibato sacerdotale, perchè l’ha voluto il Signore stesso
NEWS 28 Maggio 2014    

La Chiesa non potrà mai perdere il celibato sacerdotale, perchè l’ha voluto il Signore stesso

Il noto esegeta Ignace de la Potterie scrive: “C’è un accordo generale tra gli studiosi per dire che l’obbligo del celibato o almeno della continenza è diventato legge canonica fin dal IV secolo…
Ma è importante osservare che i legislatori del IV o V secolo affermavano che questa disposizione canonica era fondata su una tradizione apostolica” (I. de la Potterie, Il fondamento biblico del celibato sacerdotale, in Solo per amore. Riflessioni sul celibato sacerdotale, pp. 14-13).

Quando San Matteo riferisce le parole di Gesù: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,29) ha davanti a sé la testimonianza di tante persone – uomini e donne – che hanno voluto seguire Cristo anche nello stesso stile di vita che ha assunto con la sua incarnazione, verginità compresa.

La prima legislazione che parla di astinenza sessuale dei preti la troviamo nel Sinodo di Elvira (300-303?).
Al Canone 27 prescrive: «Un Vescovo, come qualsiasi altro chierico, abbia con sé solo o una sorella o una vergine consacrata; si è stabilito che non debba assolutamente avere un'estranea».
E al canone 33: «Si è deciso complessivamente il seguente divieto ai Vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, come a tutti i chierici che esercitano un ministero: si astengano dalle loro mogli e non generino figli; chi lo avrà fatto dovrà essere allontanato dallo stato clericale».
Siamo dunque in presenza di preti che hanno moglie, ma si chiede loro di astenersene.

Papa Siricio (384-399), nella lettera al Vescovo Imerio di Tarragona del 10 febbraio 385, afferma: «Il Signore Gesù … volle che la figura della Chiesa, di cui è lo
sposo, emani lo splendore della castità …
Dalla legge indissolubile di queste disposizioni
siamo legati noi tutti sacerdoti … affinché dal giorno della nostra ordinazione consegniamo sia i nostri cuori sia i nostri corpi alla sobrietà e alla pudicizia, per piacere al Signore
nostro Dio nei sacrifici che ogni giorno offriamo».

La prima disposizione canonica la troviamo nel Concilio di Cartagine, che è del 390, e cioè non molto tempo dopo che i cristiani uscirono dalle catacombe (Editto di Milano, 313).
Ecco che cosa dice tale Concilio: “Conviene che quelli che sono al servizio dei divini misteri siano perfettamente continenti affinché ciò che hanno insegnato gli apostoli e ha mantenuto l’antichità stessa, lo osserviamo anche noi”.

La disposizione del Concilio si rifà all’insegnamento degli apostoli e all’antica tradizione.

p. Angelo Maria Bellon OP